Smettete di cercare. Se c’è un luogo a Roma capace di fermare il tempo e rubare il fiato, è lei: la Fontana di Trevi. Non è soltanto uno dei monumenti più fotografati al mondo, è una meraviglia barocca che assale all’improvviso, un’apparizione scenografica incastonata tra i vicoli del centro storico.

Arrivare qui significa essere catapultati in un trionfo di marmo e acqua, dove il ruggito delle cascate copre il brusio della città. Disegnata da Nicola Salvi e ultimata nel 1762, la fontana è una vera e propria opera teatrale che celebra l’acqua. Al centro, la possente figura di Nettuno, il dio dell’Oceano, emerge dai flutti, guidando carri trainati da cavalli marini. La facciata di Palazzo Poli, sullo sfondo, non è un semplice muro, ma un sipario scolpito che rende questo angolo di Roma un palcoscenico di grandezza barocca.

Il rituale di un ritorno: la moneta che profuma di magia

Non esiste visita a Roma senza il suo rituale: il lancio della moneta. È uno dei gesti più semplici, ma carichi di significato che un visitatore possa compiere. La leggenda è chiara e bellissima: si getta la moneta nella fontana, con la mano destra sopra la spalla sinistra, e il ritorno nella Città Eterna sarà garantito.

Ma non finisce qui. Lanciando due monete, la speranza è un nuovo amore; con tre, c’è chi dice che sia in arrivo un matrimonio!

Dietro la magia, c’è l’impegno: il fiume di monetine – oltre 3.000 euro al giorno – non va sprecato. Viene raccolto quotidianamente e devoluto interamente in beneficenza alla Caritas, trasformando un gesto turistico in un aiuto concreto per chi ha più bisogno a Roma.

Da “La Dolce Vita” al sogno americano: la Fontana di Trevi sul grande schermo

Trevi non è solo storia e leggenda; è cinema, è un’icona pop che ha conquistato Hollywood e i maestri del neorealismo italiano. La fontana ha recitato in pellicole che hanno fatto la storia:

È impossibile parlare di Trevi senza pensare a “La Dolce Vita” (1960) di Federico Fellini. La celeberrima scena di Anita Ekberg che chiama Marcello Mastroianni a fare il bagno nella fontana ha trasformato questo monumento in un simbolo universale di bellezza, desiderio e della sfrenata vita notturna romana.

L’anno dopo, in “Totòtruffa ’62”, il geniale Totò mette in scena una delle sue gag più memorabili, vendendo ironicamente la fontana a un ingenuo turista americano. Un momento di satira brillante che rifletteva già il boom del turismo.

Il suo fascino va oltre i confini italiani: l’abbiamo ammirata in “Vacanze Romane” (1953) con la coppia d’oro Audrey Hepburn e Gregory Peck, nella tensione di “Angeli e Demoni” (2009) e persino nella commedia adolescenziale “Lizzie McGuire” (2003), confermando il suo status di vera star.

Un gioiello che va protetto

Oggi, l’esperienza della Fontana di Trevi è resa ancora più suggestiva grazie ai costanti sforzi di conservazione. L’ultimo imponente restauro, terminato nel 2015 e sponsorizzato dalla maison Fendi, ha restituito ai marmi il loro candore originale e ha migliorato l’illuminazione.

Visitarla significa molto di più che vedere un monumento. Significa immergersi in un luogo dove l’arte barocca si fonde con la magia del cinema e il battito del cuore di Roma. Un luogo dove ogni visitatore, con una semplice moneta, si promette di tornare.