Agbogbloshie - Africa, rifiuti

Agbogbloshie è un quartiere di Accra, capitale del Ghana, sede della più grande discarica di rifiuti elettronici nel mondo, la cui estensione è di circa quattro acri. Qualcosa di cui in pochi parlano e di cui in molti sono responsabili.

 

Una città nella città completamente contaminata da rifiuti tossici dalla quale si sprigionano fumi che avvelenano i polmoni di chi ci lavora e liquidi che contaminano le falde acquifere che percorrono la zona. Questa è Agbogbloshie, ad AccraGhana -. La responsabilità è nostra: ogni anno in Occidente si producono in media 50 milioni di rifiuti elettronici tossici di cui solamente il 14% viene riciclato; il restante viene venduto nei paesi del Terzo Mondo.

 

AGBOGBLOSHIE E L’AFRICA, NERA COME I VELENI NELL’ARIA

 

Agbogbloshie

 

Le conseguenze non le subiamo noi, ma chi ci vive. La vita di questi uomini nel migliore dei casi consiste nella ricerca di rame e ferro da poter rivendere. Vengono costruiti negozi tra i rottami, baracche tirate su come si può. Nel peggiore dei casi, invece, ci si occupa dello smaltimento: dare fuoco alla plastica, liberare diossina per fare in modo che altri possano recuperare il ferro.

Malattia e violenza sono sempre presenti tra le nuvole velenose. Migranti provenienti dai luoghi più sfortunati dell’Africa sono costretti a lavorare per una paga vicina ai tre dollari al giorno. Agbogbloshie non è l’unica città di rifiuti in Africa: negli ultimi anni, anzi, queste sono notevolmente aumentate.

Dal 2017 il governo cinese ha deciso di non comprare più i rifiuti di materiale elettronico provenienti dall’Occidente. Chiusa la rotta con Pechino, questi sono stati venduti ad alcuni stati dell’Africa e dell’Asia sfruttando la loro speranza di ricavarne il maggior guadagno possibile.

 

RITMI INSOSTENIBILI: NEL 2050 SAREMO SOMMERSI DA RIFIUTI

 

Agbogbloshie, Africa, rifiuti

 

Se usassimo una carta geografica per segnare i luoghi che un computer attraversa durante la sua esistenza, potremmo notare una rotta circolare: I paesi del Terzo Mondo saranno sicuramente estrattori di materie prime e smaltitori, probabilmente produttori, ma mai consumatori.

Secondo un rapporto della World Bank la situazione descritta è destinata a peggiorare: nel 2050 produrremo 3,8 miliardi di rifiuti all’anno, se non si cercherà di rimediare a questa disastrosa situazione.

Pensare ad un uso consapevole del materiale elettronico, non correre a caccia dello smartphone all’ultima moda ma attuare politiche finalizzate ad implementare riciclo e riuso, è assolutamente fondamentale. Il caldo torrido di queste ultime estati è per noi, spettatori privilegiati, la prima avvisaglia di un pianeta malato: non dobbiamo scordarci che c’è già chi ne accusa i sintomi.

Davide M.

Sono Davide Malagrinò, ho 25 anni. Viaggiare e scrivere sono le mie più grandi passioni. Essere giornalista vuol dire cercare di trasformare ciò che amo di più in un lavoro. Vivo, inoltre, un legame particolare con la politica. Per mio nonno era la sua stella polare, per me significa comprendere ed imparare ad apprezzare il prossimo: il suo più grande insegnamento.

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