Com’è nato il primo capitolo di Harry Potter, quel 30 giugno del 1997

primo capitolo di Harry Potter

Che vi piaccia o no, alcuni classici della letteratura per ragazzi sono entrati a far parte della nostra cultura generale. Ce n’è uno, tuttavia, ch’è stato in grado di fare breccia nei cuori dei ragazzi e degli adulti. Un ragazzino quattrocchi, una cicatrice a forma di saetta sulla fronte, una famiglia acquisita di zii e cugino dispettosi e decisamente poco amorevoli. E’ così che si presenta al mondo quel maghetto all’apparenza sfortunato, inconsapevole del destino che lo attendeva. Come, probabilmente, inconsapevole era la stessa scrittrice Joanne K. Rowling, del successo che il primo capitolo di Harry Potter avrebbe di lì a poco riscosso. Perché si sa: talentuose si nasce, fortunate si diventa.

 

Un trionfo inaspettato per la piccola casa editrice Bloomsbury, la quale con il primo capitolo di Harry Potter, Harry Potter e la Pietra Filosofale, aveva avuto la lungimiranza di scommettere su una scrittrice fino ad allora sconosciuta, alla quale tutte le più grandi case editrici avevano rifiutato il libro.

D’altra parte, la trentaduenne Joanne K. Rowling, segretaria nella londinese Amnesty International ma originaria del sud dell’Inghilterra, aveva iniziato a scrivere quel primo romanzo della sua vita in treno, tornando a casa dal lavoro. Cosa mai poteva pretendere? Cosa mai poteva venirne fuori, se non l’ennesimo sproloquio da bancarella?

 

IL PRIMO CAPITOLO DI HARRY POTTER: UN PRIMO VERO SALTO NEL BUIO

 

primo capitolo di Harry Potter

 

Per queste motivazioni, effettivamente in parte comprensibili, la Bloosmbury decise di darle fiducia ma ad una condizione: la firma dell’autore/autrice avrebbe riportato le sole iniziali, circondando di un fitto mistero la sua reale identità. Il 30 giugno del 1997 il primo capitolo di Harry Potter viene finalmente pubblicato nel Regno Unito.

Harry Potter è poco più di un bambino, è orfano di entrambi i genitori uccisi dal cattivo della saga, Lord Voldemort, trascorre la sua infanzia in un’atmosfera d’infelicità e isolamento interiore, prima di scoprire di possedere un grande dono: quello della magia.

Le sue avventure, nonché quelle dei suoi amici e compagni di viaggio, si destreggiano in bilico fra magia e realtà, in una narrazione, quella della geniale Rowling, in cui si percepiscono riferimenti alla mitologia celtica e greca, assemblati alle caratteristiche chiave della grande letteratura fantastica.

 

IL PRIMO CAPITOLO DI HARRY POTTER: UN MONDO CHE HA CAMBIATO IL MONDO

primo capitolo di Harry Potter

 

Per quella segretaria inglese che scriveva in treno e raccontava la fiaba della buonanotte ai suoi figli è solo l’inizio di un successo mondiale, che la introdurrà nel cinema, nel teatro, nelle scuole, nei negozi e nei grandi magazzini di ogni angolo del pianeta.

Con un totale di sette libri pubblicati nell’arco di dieci anni e tradotti in 80 lingue – persino in latino e in greco antico -, la Rowling diviene la terza autrice donna per numero di copie vendute nel mondo, ben 500 milioni.

La Warner Bros contribuirà in buona parte alla creazione del brand miliardario di Harry Potter, con otto film strutturati come trasposizioni cinematografiche dei sette libri.

Le più grandi virtù della saga di Harry Potter sono e sono state senz’altro due, principalmente: la prima, quella di aver saputo scandire una storia dai grandi significati morali e civili, una storia in grado di essere educativa.

La seconda, senza dubbbio l’aver avuto la capacità di arrivare al cuore di tutti, a prescindere dall’etnia, dalla cultura, dal pensiero, dalle credenze e dallo status sociale. Una storia eccentrica, fuori dalla normalità, tuttavia in grado di parlare una lingua universale.

 

QUANDO LE STORIE SMUOVEVANO LE MASSE

il primo capitolo di harry potter

 

In tanti, in quel lontano 1997, abbiamo avuto un parente, un amico, un cugino – come nel mio personale caso – che la notte di Natale ci ha regalato il primo capitolo di Harry Potter con la postilla: In libreria dicono sia una novità, lo hanno consigliato, chissà!.

In tanti, lo abbiamo letto in macchina in attesa che i genitori terminassero le proprie commissioni, o all’ora di ricreazione, sul divano nelle domeniche di pioggia, in spiaggia, alla fermata dell’autobus.

In tanti, abbiamo fatto la fila in libreria il primo giorno d’uscita, per ritirare il numero prenotato un mese prima. In tanti, abbiamo fatto a spintoni per sederci su un posto libero nel cinema più vicino, alla prima del nuovo film.

Possiamo davvero dire, dopo ventisei anni, di vedere ancora bambini e ragazzi così tanto partecipi delle novità culturali?

Ignari, inconsapevoli, forse anche un po’ diffidenti abbiamo iniziato a leggere la storia del maghetto quattrocchi, credendo sarebbe diventato solo l’ennesimo libro riposto su uno scaffale a prendere polvere, uno qualunque.

Ma è proprio quell’uno qualunque, anzi – in questo caso – una qualunque, che dopo una giornata di lavoro cerca spazio per se stessa, a fare la differenza per tutti.

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