L’italiano medio nato nei Settanta, di cui orgogliosamente sono un rappresentante, ha idolatrato gli anni Ottanta e gli Stati Uniti. Da quel paese libero, in quel periodo felice, venivano lanciate mode, tendenze, frasi cinematografiche che sarebbero rimaste indelebili nella mente e nella coscienza di molti di noi. Due comici dalle buffe sembianze, occhiali da sole, Rhythm and Blues, vestiti di nero: un mix letale per ogni ragazzo che li ha amati e tentati di emulare. E’ il debutto dei Blues Brothers!
Il debutto dei Blues Brothers non è stata solo la nascita di una band, si è trattato di un evento mediatico che è poi sfociato nei teatri, sul grande schermo, nelle pubblicità, in balli sfrenati.
IL DEBUTTO DEI BLUES BROTHERS: L’INCONTRO DI DUE MITI
Siamo nel 1975 quando il ventenne canadese Dan Aykroyd cerca di fare successo partendo dal cabaret. Sente di non essere in grado di vivere imprigionato in un ufficio, su un camion o in una fabbrica e ritiene giusto tentare una strada che lo faccia sentire felice. Pochi riescono a sfondare, per moltissimi il sogno svanisce presto e sono costretti a rincasare andando a lavorare nell’impresa di pulizie del padre.
Dan però aveva un grande talento ed una perseveranza fuori dal comune. Trova spazio in una piccola TV privata di Toronto come comico. Affamato, lo considera solo un trampolino di lancio. Nello stesso periodo John Belushi è già una star: considerato uno dei comici più divertenti e innovativi del panorama statunitense. Il suo volto è già noto alle masse, è stato sulla copertina di Rolling Stone e People. Si parla di lui e del suo fisico pasciuto abbinato ad una mimica facciale senza paragoni.
Il caso ha voluto che i due si incontrino casualmente a Montreal durante una serata che premiava proprio Belushi come stella emergente comica. Aykroyd lo stima da tempo e nonostante siano quasi coetanei, ha timidezza nel presentarsi. Quando nasce qualcosa di bello è sempre un caso, non c’è mai niente di costruito e quella sera è stato così. Dan si è fatto coraggio e, dopo essersi avvicinato a John si è presentato con una delle sue battute più riuscite. È partita una risata contagiosa ed una stretta di mano. I due hanno trascorso la notte a parlare ed è nata immediatamente una splendida amicizia.
Se Aykroyd non avesse osato, molto probabilmente ci saremmo persi uno dei sodalizi artistici più famosi e riusciti della storia.
IL DEBUTTO DEI BLUES BROTHERS: SATURDAY NIGHT LIVE
Aykroyd suona l’armonica, Belushi la batteria, entrambi cantano. Sono gli anni in cui sono tutti affascinati dalla disco music, da quella febbre del sabato sera che ha già contagiato chiunque. Il duo comico ha però in mente qualcosa di diverso. Entrambi sanno recitare ed infatti il loro futuro sarà pieno di successi cinematografici. Entrambi amano la musica blues, soul, jazz e decidono di dare battaglia alla disco 70. Si dimostrerà una scelta vincente, azzeccata, trascinante.
I due scelgono quindi il nome The Blues Brothers ed iniziano ad esibirsi dal vivo con l’aiuto di una band. Riempiono piccoli locali e teatri di provincia: i fratelli del blues divertono e fanno il pieno al botteghino. È giunta l’ora di fare ancora un passo per conquistare un pubblico più vasto. In quegli anni in America spopola il Saturday Night Live che è una sorta del nostro Zelig.
In quel programma a Stelle e Strisce sono passati grandissimi calibri della comicità come Eddie Murphy, Ben Stiller, Owen Wilson. John Belushi è ospite fisso grazie alla sua imitazione esilarante di Joe Cocker. È una stella di prima grandezza e quando chiede di potersi esibire in coppia con il giovane Aykroyd, nessuno si sente di contraddirlo. 22 Aprile 1978. Completo nero, cappello in tinta, occhiali da sole calati sulla punta del naso. Il pubblico così li ha visti la prima volta e così li ricorda ancora oggi. Una scelta evidentemente azzeccata anche in fatto di costumi e presentazione energetica.
Su quel palco quella sera sono affiancati da musicisti di tutto rispetto che aggiungono qualità sonora alla loro irriverente comicità. Quella è stata la prima volta che sono apparsi sul piccolo schermo, è stato il punto di non ritorno. Da quel giorno chi vede un loro manifesto o locandina abbina quella immagine a quei fratelli scalcinati che hanno occupato la scena per quasi tutti gli anni Ottanta. Molti giornalisti del settore recensirono quella coppia ricoprendoli di complimenti. Con un solo biglietto si assisteva ad un concerto e ad un film.
LA CONSACRAZIONE DEI BLUES BROTHERS
Il 1980 esce il film che li ha resi immortali, che ha fatto un’epoca ed è meritatamente iscritto nelle cento pellicole che hanno cambiato il modo di fare cinema. La regia è affidata al genio di John Landis che solo due anni prima aveva girato Animal House. La musica è la stessa che la band suonava nei live: vengono rivisitati in chiave rock alcuni pezzi mitici come Everybody need somebody, Gimme some loving e molti altri.
I protagonisti sono i fratelli Elwood e Jake Blues. Nel film compaiono molti mostri sacri della musica soul. Con Ray Charles improvvisano un terzetto fantastico sulle note di Shake a Tail Feather ballando e cantando mentre lui suona il piano dietro di loro. Con Aretha Franklyn si limitano a ballare in una tavola calda, seguendo il suond di Think e guardandosi quasi meravigliati per la voce straripante di questa artista immortale.
James Brown è invece un predicatore che incontrano all’interno di una chiesa. Canta a squarciagola Can you see the light trasformando quel luogo religioso in un vero e proprio musical. Sul finire della scena, anche in quel caso, i due comici strappano delle grasse risate per il loro confusionario ma spassosissimo modo di muoversi a tempo di musica.
Ogni scena è impressa nella mente di milioni di fan della coppia, le loro battute sono ripetute ancora oggi come un meme durante raduni di appassionati. Jake: Noi e il buon Dio abbiamo fatto un patto. Elwood: Siamo in missione per conto del Signore.
Purtroppo nel 1982 Belushi muore, ancora giovanissimo, tragicamente di overdose. La disgrazia, paradossalmente, renderà la coppia ancora più mitica ed inarrivabile.