La Ceramica di Caltagirone è l’orgoglio degli abitanti: i prodotti della città patrimonio dell’Unesco sono esportati in tutto il mondo e hanno una storia lunga secoli.
Caltagirone, originariamente qal’at-al-jararc, che in arabo significa la città dei vasi, cresce su di un rilievo dei monti Erei, in Sicilia. Le sue bellezze architettoniche e barocche e la sua cultura antica l’hanno resa patrimonio dell’umanità. Dai giardini in stile liberty al ponte decorato di San Francesco, fino ad arrivare alla celebre scalinata di Santissima Maria del Monte, la città siciliana è un museo a cielo aperto che attira migliaia di turisti, specialmente nel periodo estivo e in quello natalizio. La città dei vasi vanta un’antichissima cultura artistica, i primi reperti storici rinvenuti nella Necropoli risalgono al diciottesimo e decimo secolo a. C. e oggi sono conservati nel Museo della Ceramica, oltre a tappezzare gran parte centro abitato. Portata avanti dalla dedizione dei cittadini, la tradizionale arte della ceramica di Caltagirone ha incentivato la crescita economica del Comune siciliano rafforzandone la cultura e l’identità locale.
LA CERAMICA DI CALTAGIRONE AFFONDA LE SUE RADICI IN GRECIA
I più antichi manufatti in argilla, la materia prima con cui si arriva a creare la ceramica, risalgono a 9000 anni fa in epoca Neolitica, quando gli agricoltori cominciarono a sentire l’esigenza di raccogliere, dai vasi per l’acqua per innaffiare ai barattoli per il miele. I reperti più iconici provengono però dal 600 a. C. e sono legati all’antica tradizione greca, che ci tramanda gli inconfondibili vasi ad anse dai colori neri e arancioni, decorati con scene di battaglia o di vita quotidiana.
I Greci introdussero il celebre tornio, macchinario ruotante per modellare vasi; ma dopo di loro furono gli arabi i veri iniziatori della tradizione ceramistica dell’antica qal’at-al-jararc. Cominciando da oggetti molto grezzi, fino a ricercare un’estetica più fine e dettagliata, i saraceni si ispirarono alle linee della tradizione egiziana e persiana.
Grazie a Ruggero I di Altavilla o Conte Ruggero, nel 1063 l’esercito Normanno cacciò gli Arabi dalla penisola siciliana. A favorire la vittoria, la protezione San Giacomo, che è ad oggi il Santo Patrono della città di Caltagirone. L’opera di conquista fu completata poi nel 1130 da Ruggero II, il quale unificò i territori dell’Italia meridionale nel regno di Sicilia. Con Federico II al trono, nei primi anni del 1200, la ceramica dell’odierna Caltagirone veniva usata per fabbricare stoviglie, si arricchì di colori blu e riflessi metallici sotto l’influenza Catalana e venne decorata da particolari motivi in epoca rinascimentale. A quest’ultima risale l’attuale centro storico dell’abitato.
CULTURA E DEDIZIONE: LE TECNICHE DELLA CERAMICA DI CALTAGIRONE IN SICILIA
Una passione che diventa un lavoro, gli artigiani di Caltagirone dedicano anima e corpo alla lavorazione della ceramica, e con il tempo e il sacrifico quel lavoro diviene qualità. La materia prima, l’argilla, si estrae dalle cave, per poi subire processi di essiccatura, frantumazione, setacciatura ed eliminazione delle impurità.
Si ricava poi la classica terracotta oppure, con l’utilizzo del caolino, una creta bianca più raffinata; spesso in forma di panetti, la creta viene poi acquistata dagli artigiani. Il tutto viene in seguito modellato a piacimento per creare non solo vasi ma anche teste, pigne, oggetti di qualsiasi tipologia.
La modellazione avviene a mano libera, a colombina, stampo o con il classico tornio ed è seguita da una fase di essiccatura lunga tre giorni. L’impasto della ceramica, oltre a contenere altri materiali, è infatti pieno d’acqua che deve completamente asciugarsi al fine di evitare fratture.
Si passa poi ad una prima cottura durante il materiale acquisisce resistenza meccanica; segue una fase di smaltatura per fare da base alla successiva decorazione, specialmente se si tratta di oggetti in terracotta. A questo punto l’opera è pronta per essere personalizzata con forme, linee e colori, per poi essere ultimata da una seconda cottura in forno finale a 150 gradi.
LA SCALINATA DI CALTAGIRONE IN ESTATE SI ACCENDE
La città di Caltagirone è oggi amata e visitata da turisti da tutto il mondo, particolarissima per le sue strade decorate, è un centro che vanta una solida identità artistica e culturale. Il simbolo e attrazione principale della città è la famosissima scalinata di Santa Maria del Monte, composta dalla bellezza di 142 scalini, per una lunghezza di 130 metri.
Ma qual è la particolarità di questa scala? Costruita per la prima volta nel 1606 sotto la coordinazione del capomastro regio Giuseppe Giacalone, la scalinata fu finemente decorata negli anni 50, divenendo l’opera di straordinaria bellezza che possiamo ammirare oggi. Ogni scalino è infatti reso unico da maioliche ornamentali in terracotta, che con i loro disegni, raccontano la storia della ceramica calatina.
In estate, per quattro giorni l’anno, avviene qualcosa di speciale: il 24 e 25 luglio, e il 14 e 15 agosto, la scalinata si illumina dando vita ad uno spettacolo unico. 3000 lumini in terracotta, alimentati ad olio d’oliva, vengono inseriti in dei coppi colorati e vengono disposti a creare un disegno che lascia senza fiato.
MARCHIO DECOP PER LA CERAMICA DI CALTAGIRONE
Caltagirone: grazie alla sua unicità e al suo florido mercato di ceramiche, è riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo. La cooperazione degli istituti locali, la promozione delle attività e un’attenta valutazione delle risorse territoriali, hanno contribuito alla creazione di un clima culturalmente unito e favorito lo sviluppo economico della città.
Nel 1993 a Caltagirone è stato assegnato il marchio doc e un posto di spicco nell’Associazione Italiana Città della Ceramica. In seguito nel 2003 nasce il marchio decop, Denominazione culturale di provenienza, per ogni ceramista che è iscritto all’albo.
La città di Caltagirone racchiude una storia unica, fatta di bellezza e di esaltazione delle arti minori.