Oms, 70 mila donne muoiono ogni anno per emorragia post-partum

Oms, 70 mila donne muoiono ogni anno per emorragia post-partum

Nel 2023 la Pph, ovvero l’emorragia post-partum, resta ancora la causa principale di morte materna a livello globale. Nonostante questo versamento di sangue sia assolutamente prevedibile e curabile ci sono ancora troppe, tante donne che muoiono per questo. È dunque necessario cercare di valutare bene tutte le possibilità utili al fine di evitare così tanti decessi e ridurre la sua pericolosità.

 

Ma che cos’è l’emorragia post-partum e perché è importante parlarne?

 

COS’ È L’EMORRAGIA POST-PARTUM

 

emorragia post-partum

 

L’emorragia post-partum o Pph è il sanguinamento eccessivo, di solito la perdita è di 500 ml o più di sangue, che si può verificare non solo subito dopo la nascita del bambino, ma anche a distanza di alcune settimane, un mese dal parto stesso.

Al momento del distacco della placenta dall’utero, la donna, in condizioni normali, perde circa mezzo litro di sangue durante e dopo il parto vaginale. Le contrazioni dell’utero servono a far chiudere i vasi sanguigni e ad agevolare la guarigione. Solitamente è il parto cesareo a far perdere una quantità di sangue doppia rispetto a quello vaginale. Quando la perdita dopo il parto supera il litro e la donna che ha appena partorito presenta sintomi come tachicardia, stordimento, stanchezza, debolezza, ipotensione, allora si è di fronte a un possibile rischio di morte per emorragia postpartum.

Le sue cause possono essere tante. Una delle più comuni è proprio la mancata contrazione dell’utero che rimane dilatato. Altri possibili motivi che possono causare l’eccessivo sanguinamento sono: la presenza di disturbi ematici che non permettono la coagulazione, La vagina o la cervice si lacerano durante il parto, la presenza di fibromi, un pezzo di placenta resta nell’utero, anemia, anomalie placentari, infezioni in gravidanza.

 

I DATI DELL’OMS

 

Oms, 70 mila donne muoiono ogni anno per emorragia post-partum

 

I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità relativi all’emorragia post-partum sono davvero allarmanti. Si verificano oltre 70 mila decessi femminili ogni giorno per tale emorragia. Si stima inoltre che una donna muore ogni due minuti per cause legate alla gravidanza o al parto. Chi riesce a sopravvivere invece può avere delle disabilità o traumi psicologici destinati a durare anche anni.

La morte da emorragia postpartum è anche lo specchio di una disuguaglianza sociale tra i vari paesi del mondo. Basti pensare che oltre l’85% dei decessi dovuti a Pph si verifica nell’Africa sub-sahariana e nell’Asia meridionale.

I progressi fatti negli anni per evitare e ridurre questi decessi sono minimi e ancora poco utili ad aggirare il problema. Dal 2015 ci sono stati progressi limitati nella riduzione di queste morti. Nonostante l’emorragia postpartum si possa curare e prevedere, come abbiamo già scritto all’inizio e come ha dichiarato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, ancora sono troppe le donne che muoiono per questa causa.

Ecco perché L’OMS sta correndo ai ripari per realizzare un piano mirato e una nuova tabella di marcia che possa in qualche modo cercare di contenere i danni generati dall’emorragia post-partum.

 

IL PIANO DELL’OMS PER PREVENIRE L’EMORRAGIA POST-PARTUM

 

emorragia post-partum

 

Questa nuova tabella di marcia traccia un percorso verso un mondo in cui più donne possano avere un parto sicuro e un futuro sano con le loro famiglie.

Ha affermato il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, in merito alla realizzazione di una Roadmap utile ad affrontare, tra il 2023 e il 2030, l’emorragia postpartum.

Lo scopo di questa tabella di marcia è dunque quello di sostenere i Paesi attraverso normative adeguate e di definire con maggiore fermezza e chiarezza le linee guida di azione e di ricerca per tutelare tutte le donne dall’emorragia postpartum e dalle morti causate dalla gravidanza.

Le principali iniziative in tal senso puntano alla prevenzione, individuazione e trattamento reale del problema, nonché alla ricerca e all’innovazione. Vengono previsti anche nuovi processi di appalto per incrementare l’offerta dei medicinali, percorsi di formazioni e di potenziamento dei mezzi e delle strutture. Sono inoltre contemplati meccanismi di sensibilizzazione e sostegno e soprattutto azioni che riducano le disparità di accesso ai servizi sanitari nelle varie parti del mondo.

La Roadmap è stata pensata e ideata dopo numerose consultazioni, che hanno coinvolto più di 130 esperti in diversi settori, mentre l’attuazione sarà guidata da un comitato direttivo interdisciplinare.

L’Oms e i partner forniranno supporto tecnico specializzato ai Paesi per adattare le linee guida globali alle politiche nazionali, partendo da quelli in cui le morti materne sono maggiori. Tra i numerosi partner figurano: la Usaid, l’ Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale;  la Fondazione Bill e Melinda Gates; la Global Financing Facility, Msd for Mothers, Unitaid; la Figo, la Federazione internazionale di ginecologia e ostetricia; L’Icm, la Confederazione internazionale delle ostetriche; Jhpiego, Laerdal Foundation e l’Unfpa, il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione.

Noi ci auguriamo davvero che, anche attraverso questo strumento ideato dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità, si possa mettere quanto prima una parola fine alle morti per emorragia postpartum, che nel 2023 sembrano ancora così assurde e anacronistiche.

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