Vinili vintage: i 10 capolavori da collezionare assolutamente

vinili vintage

Sul vocabolario italiano la parola vinile meriterebbe a mio un avviso una descrizione più ampia dall’attuale. Non è soltanto un disco fonografico. Questo oggetto circolare e scuro ha rappresentato per intere generazioni un totem al quale aggrapparsi nei momenti più bui. Paragonare un vinile ad una divinità non stona poi così tanto: trattasi di elemento che avvicina l’uomo ad una dimensione ultraterrena. Ecco allora che vi parliamo di tutti i vinili vintage da avere assolutamente in una collezione degna di questo nome.

 

Ancora oggi gli appassionati di un certo tipo di ascolto maneggiano la puntina in diamante con una cura spasmodica. Il vinile ha resistito a guerre, Covid, tecnologia, musica spazzatura e frotte di scaffali zeppi di iPod. Proprio per questo motivo, questo bizzarro accessorio musicale è un oggetto ideale da collezionare e tramandare alle generazioni future. Consigliare vinili vintage indispensabili è complicato ed arduo. Il gusto musicale è l’ultimo baluardo della democrazia, quindi cercherò di non farmi trascinare dalle mie passioni ma dalla rarità di alcuni album originali.

 

VINILI VINTAGE: I GRUPPI 

 

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Parliamo dei Breakfast Club e del loro unico omonimo album intitolato Breakfast Club.

Parliamo del 1987, di un gruppo composto dai fratelli Gilroy e da Stephen Bray, uno dei tanti ex di Madonna. Fra i pezzi di spicco ci sono Never be the same, Rico Mambo e Right on track. Il loro genere è un synth pop classico degli anni Ottanta, un qualcosa che spopolava a New York e che in seconda battuta arrivò prepotentemente anche in Europa. Trattasi di uno di quei vinili vintage ormai introvabili, che nel 1988 raggiunse la 7° posizione assoluta fra i 33 giri più venduti nel mondo.

I Metallica ed il loro primo album in studio dal titolo Kill’Em All pubblicato nel 1983. Questo vinile è considerato, dai critici musicali heavy metal, una pietra miliare del genere. I brani più celebri sono The Four Horsemen e Jump in the fire. Oltre ad essere raro, i possessori assicurano essere il migliore per apprezzare l’estensione vocale di James Alan Hetfield. La registrazione incisa sul disco, se ascoltata a tutto volume, rende omaggio al metallo puro che piano piano sta scomparendo.

Ora scendiamo in morbidezza e parliamo dei Modern Talking, autori di 13 album che vanno dal 1985 al 2004. Due giovanotti partiti dalla Germania che hanno fatto della Dance Rock la loro fortuna economica e di fama. Il vinile più raro della loro folta serie è il loro secondo 33 giri dal titolo Let’s Talk About Love. Questo LP contiene il singolo trainante Cheri Cheri Lady che senz’altro ognuno di voi avrà canticchiato almeno una volta. In Italia i loro dischi hanno riscosso un ottimo successo di vendite perché i testi in inglese sono facili da comprendere anche per chi si è fermato a the peni is on the table.

 

VINILI VINTAGE: LE GRANDI VOCI FEMMINILI

 

Vinili vintage: i 10 capolavori da collezionare assolutamente

 

Aretha Franklin ed il suo album Aretha Arrives pubblicato nel 1967 dalla Atlantic Records. Il brano cardine è You are my sunshine. La cantautrice e pianista di Memphis è il simbolo del soul a stelle e strisce. Questo 33 giri, di cui rimangono pochissime copie, mette in luce una delle voci simbolo del gospel, R&B ma anche del blues e Jazz. Aretha è stata classificata al nono posto fra le voci femminili di tutti i tempi dalla rivista Rolling Stones.

Altra cantautrice e pianista americana è la dolcissima Nina Simone. La sua voce calda è assolutamente da ascoltare su vinile. Con il giusto piatto sembra veramente di condividere il salotto con lei, sembra di toccarla e sentirne ogni minima venatura del timbro. Il Suo album Little Girl Blue – Jazz as played in an exclusive side street club contiene una serie di brani che mettono i brividi e trasformano una giornata storta in qualcosa di bello. È considerato dai collezionisti come un altro pezzo pregiato.

Diana Ross: decimo album dal titolo Diana registrato negli studi della Motown nel 1980. È l’album di Upside Down e vi invito a farlo girare ed a tentare di non muovervi. Il vostro tappeto del salotto diventa una pista, la plafoniera vi sembrerà una sfera luccicante girevole e vostra nonna, che dorme sulla poltrona massaggiante, si sveglierà di botto e riconoscerà una delle voci più strepitose mai ascoltate. Il pezzo è conosciutissimo, ma il vinile che lo ha lanciato è molto raro.

 

TRE MASCHIACCI

 

Vinili vintage: i 10 capolavori da collezionare assolutamente

 

Apriamo la rassegna con il boss, Bruce Springsteen. 1984, nasce l’album che nessuno può dimenticare, viene impresso su vinile Born in the U.S.A. e chiunque ne possiede una copia originale fra i propri vinili vintage, difficilmente accetterà di venderla. Faccia da ragazzaccio, fisico tozzo ed improbabile per una rockstar che non mostra gli addominali sudati. Un disco che consiglieri come investimento a chi ha deciso di spendere un po’ di denaro. Chi lo possiede deve farlo correre sotto la puntina, non tenerlo in cassaforte.

Agli esordi aveva un cesto di capelli che non si capiva se fossero ricci, cotonati o asciugati maldestramente con un phon rotto. Parliamo di Bon Jovi e del primo singolo che lo ha presentato al mondo: Runaway. Nel 1983 questo pezzo entrò a far parte del primo album dal titolo autoreferente Bon Jovi. Questo esordio fu prodotto dallo zio del frontman, l’uomo d’affari e ingegnere del suono Tony Bongiovi. Visto il successo alle vendite, il disco venne ristampato circa 15 volte. Questo ne diminuisce un po’ il valore specialmente delle ultime copie datate 1985.

Chiudiamo dando un contentino agli innumerevoli amanti del country. Willie Nelson e la sua chitarra magica. Ascoltare un suo vinile chiudendo gli occhi ti porta a pensare d’essere sdraiato su una balla di fieno con una spiga in bocca. L’album di cui parliamo è quello che contiene uno dei suoi pezzi più rappresentativi. L’album è Texas in my soul ed il pezzo è Remember the Alamo.  È il vinile più anziano di quelli presentati oggi, datato 1968. È un vinile che gli amanti del genere possono trovare solo negli Stati Uniti, ma devono essere scaltri o fortunati. A chi non piace il Western Swing può comunque apprezzare un artista che è stato cantautore, polistrumentista, attore.

 

VINILI VINTAGE: IL PIU’ COSTOSO

 

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Per concludere parliamo di quello che molti considerano il vinile più costoso al mondo. Non esiste un vero e proprio prezzario ma in molti appassionati indicano White Album dei Beatlescome il disco più raro. Parliamo assolutamente della prima stampa del 1969. Ci sono state aste in passato negli UK dove questo raro vinile è stato protagonista di accese trattative. Le poche copie rimaste, l’importanza del gruppo, la singolarità del titolo, la copertina completamente bianca da entrambi i lati, fanno di questo oggetto da collezione un cimelio appetibile.

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