Quando è andata in onda quella prima puntata di Quark, le nostre giornate erano completamente diverse da quelle attuali. Il mondo era ancora a batterie, le lavatrici facevano un rumore assordante, il libro di scienze delle scuole medie aveva illustrazioni enormi ed a volte venivano ritagliate per abbellire le ricerche di gruppo.
Ecco, quando è andata in onda la prima puntata di Quark, quel 18 marzo del 1981, l’ambiente era un pò questo e la voglia di conoscere raggruppava le famiglie davanti al teleschermo. Nessuno viveva quelle due ore con noia, grandi e piccoli attendevano impazienti immagini mai viste prima.
PRIMA PUNTATA DI QUARK: UNA SFIDA CORAGGIOSA
Per far appassionare milioni d’italiani alla scienza c’era un solo trucco: creare curiosità. In TV in quegli anni andavano per la maggiore i Quiz, le telenovele, i film a puntate, le maratone di programmi sportivi. Farsi spazio in una jungla così affollata non era assolutamente facile, specialmente quando si metteva sul piatto la cultura. Il nostro tallone d’Achille.
In quegli anni, fra l’altro, le prime televisioni private iniziavano a mostrare ballerine scosciate e sederi sodi. Quel programma scientifico invece ha avuto la forza di entrare nei cuori di molti di noi, la narrazione dell’ignoto è diventata spettacolo puro. Conoscere il mistero, la tecnologia, la nostra galassia e oltre.
Piero Angela è stato un visionario, un uomo che aveva capito che argomenti apparentemente accademici avrebbero appassionato anche il lattaio. È stato il primo a renderci partecipi delle conquiste umane, di aprirci gli occhi sullo spazio oscuro, sulle meraviglie del corpo umano. È stata la sua missione sin dagli esordi e la Rai gli ha dato fiducia: una scelta che si è dimostrata vincente sin da subito. Siamo appena usciti dai settanta, anni di rivoluzione e cambiamenti, ma tentare la divulgazione scientifica in TV è comunque una sfida.
Intere famiglie davanti al piccolo schermo in attesa che quel signore gentile, che parla con calma, spieghi in modo semplice i globuli rossi. A pensarci oggi, per me che gli ho vissuti, inevitabilmente viene nostalgia di quegli anni nei quali si stava in sei in un salotto, tutti appiccicati e nessuno era rapito dal proprio smartphone. Si ascoltava quel coraggioso e garbato presentatore che aveva il grande pregio di non farti sentite stupido o inadeguato.
PRIMA PUNTATA DI QUARK: IL MODO VINCENTE DI FARE CULTURA
È mercoledì 18 marzo del 1981 e su Rai Uno va in onda quella mitica prima serata. Sono le 21.35 e Quark arriva subito dopo una puntata della soap opera Dallas. È come essere un ragazzo della primavera e scendere in campo per sostituire Diego Armando Maradona. Il rischio di non appagare il pubblico è elevatissimo, il confronto incombe inesorabile. Gli ascolti di quella serie girata in Texas erano e restano fra i più alti mai fatti dal primo canale; quindi, il rischio che molti telespettatori facessero zapping era altissimo. Invece quella sfida rivoluzionaria è stata vinta alla grande.
In molti danno il merito all’assenza dei cellulari, al fatto che solo in pochissime famiglie si avesse un computer e che parole come internet e digitale suonassero come arabe. Invece, secondo me, è risultato vinse perché aveva una scaletta chiara, immagini bellissime ed un presentatore che non si è mai messo su un piedistallo. Quark, come una particella fondamentale per la materia.
Aveva una scenografia virtuale: accattivante ed innovativa per quagli anni. Musiche coinvolgenti e facilmente riconoscibili accompagnano in sottofondo documentari presi in prestito dalla BBC. L’indimenticabile voce fuori campo del doppiatore Claudio Capone che accompagnava ogni filmato.
Il mondo degli animali, quello dei minerali, la materia, le viscere del corpo umano, i pianeti del sistema solare ed oltre. Quark sarà seguito mediamente da 7 milioni di spettatori ad ogni puntata, con picchi di 10 milioni. Piero Angela sarà anche il primo ad imbastire una battaglia contro maghi, astrologi, fattucchiere, sciamani.
Aveva capito in anticipo la piaga dei cartomanti che avrebbe invaso le televisioni private negli anni avvenire. Pensare che il mondo della televisione è stato frequentato da Piero Angela ed anche da Wanna Marchi, fa capire quanto sia un terreno libero, ma allo stesso di quanto possa essere pericoloso.
LA FAMIGLIA ANGELA NON CI HA ABBANDONATO
Nel corso degli anni questo storico programma ha avuto delle appendici: Il mondo di Quark, Quark Economia, Quark Europa, Superquark. Partendo dalla scienza si sono ampliati gli argomenti trattati in prima serata. Negli anni Novanta, Piero Angela ha coinvolto in uno dei suoi progetti il figlio Alberto che ha iniziato a parlare di dinosauri ed archeologia.
Quindi, da quella prima puntata di Quark, di strada ne è stata fatta e la famiglia Angela rappresenta ancora oggi un valore aggiunto per la televisione italiana. Alberto ha sostituito il padre nell’immaginario collettivo di molti telespettatori. La discrezione con la quale entra nelle case degli italiani è la stessa, la passione con la quale racconta gli argomenti anche.
A differenza del padre, visto anche i suoi studi di paleontologia strizza più gli occhi al passato che al futuro. I programmi che conduce portano a vivere un’esperienza all’interno delle meraviglie sommerse della storia. Oggi, come dicevamo, il mondo è cambiato e poco rimane da scoprire rispetto ad innovazione e tecnologia.
Per questo, forse, Alberto ha posto un accento su quello che rischiamo di dimenticare, sulla bellezza che rischia di essere sepolta alle nostre spalle. La nitidezza delle immagini che propone riporta a Quark, il modo di raccontare anche. È rimasto quindi invariato il marchio di fabbrica degli Angela: narrare, incuriosire, farti vivere una storia come tu ne fossi il protagonista, riuscire a far immedesimare lo spettatore in un astronauta o in un tribuno romano.
Rai Uno non ha più il coraggio di dedicare una prima serata a certi contenuti ma poco importa perché chi è interessato sa dove cercare.