L’Unione Europea ha stabilito le nuove norme per il controllo e la riduzione degli scarti. La sfida dell’UE è incentrata verso un’economia circolare entro il 2050. Quali sono le nuove misure UE di gestione dei rifiuti?
Lo scorso dicembre si è stabilito, in un accordo provvisorio tra il Consiglio Europeo e l’Eurocamera, le nuove misure UE di gestione dei rifiuti. La sfida stabilita è una riduzione dei rifiuti del 15% entro il 2040. L’obiettivo primario è ridurre l’impatto ambientale attraverso il riciclo e la riduzione della produzione di rifiuti, ma la vera sfida è la trasformazione dell’UE in un’economia circolare entro il 2050.
UE VERSO UN MODELLO DI ECONOMIA CIRCOLARE
Nel 2015 l’UE ha presentato un pacchetto sull’Economia Circolare che propone una serie di misure per stimolare il riciclo, ridurre la produzione di rifiuti e promuovere l’uso sostenibile delle risorse. Infatti, l’obiettivo di un’economia di tipo circolare, è un modello di produzione e consumo che implichi il prestito, la condivisione, il riutilizzo, il riciclo di prodotti e dei materiali il più a lungo possibile. Questo modello allunga il ciclo di vita del prodotto e dei materiali, riducendo i rifiuti al minimo.
Nel momento in cui un prodotto ha terminato la sua funzione i materiali di cui è composto vengono reintrodotti con il riciclo, laddove possibile. Così da poter essere riutilizzati generando ulteriore valore. I valori dell’economia circolare sono chiaramente opposti al tradizionale modello economico lineare fondato, al contrario, sul tipico schema produrre, utilizzare e gettare.
Nel marzo 2022, l’UE ha pubblicato il primo pacchetto di misure per accelerare la transizione verso un’economia circolare. Sono inclusi tra le proposte: il potenziamento dei prodotti sostenibili, la responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde, la revisione del regolamento sui prodotti da costruzione e una strategia sui tessili sostenibili. È a novembre del 2022 che l’UE ha finalmente introdotto nuove regole a livello europeo sugli imballaggi. La proposta include anche una transizione verso plastiche a base biologica, biodegradabili e compostabili.
LE MISURE UE DI GESTIONE DEI RIFIUTI
Sono diverse le misure di gestione dei rifiuti implementate dall’Unione Europea al fine di promuovere pratiche sostenibili, ridurre l’impatto ambientale e avanzare verso un’economia circolare, quest’ultima la vera sfida dell’UE entro il 2050. Tra le principali misure dell’UE di gestione dei rifiuti al primo posto spicca la cosiddetta gerarchia dei rifiuti: una serie di priorità per la gestione dei rifiuti in ordine decrescente di preferenza quali la prevenzione, la preparazione per il riutilizzo, il riciclo, il recupero energetico e infine lo smaltimento.
Anche sui rifiuti da imballaggio cambiano le direttive: stabilite norme per la prevenzione, il riutilizzo, il riciclo e la corretta gestione dei rifiuti di imballaggio. Gli Stati membri devono assicurare che una percentuale elevata di rifiuti di imballaggio sia riciclata e ridurre al minimo l’uso di materiali non riciclabili. Addio anche alla plastica monouso: nel 2019 infatti l’UE ha adottato una direttiva per vietare diversi prodotti in plastica monouso come piatti, posate, cannucce e cotton fioc. Questa misura mira a ridurre l’inquinamento da plastica e promuovere alternative sostenibili.
Anche i produttori saranno responsabili del ciclo di vita dei loro prodotti, attraverso la Responsabilità Estesa del Produttore o EPR. Questo incentiva la progettazione di prodotti più sostenibili e promuove il riciclo e la gestione adeguata dei rifiuti.
Queste misure rappresentano solo alcuni degli sforzi dell’UE per migliorare la gestione dei rifiuti, promuovendo pratiche più sostenibili e riducendo l’impatto ambientale complessivo, sforzo che dovrà essere corrisposto da tutti gli Stati Membri e dalla popolazione europea.
LE MISURE UE DI GESTIONE DEI RIFIUTI: LA RISPOSTA DELL’ITALIA
L’Italia, nonostante abbia apprezzato alcune norme sui divieti per i monouso riuso, si è definita scettica in merito l‘impianto generale di una regolamentazione che avrebbe costi eccessivi e non controbilanciati da soluzioni ambientali ottimali. Infatti, l’esito del negoziato sul regolamento imballaggi, che viene incontro su alcuni punti alle posizioni dell’Italia, conferma le proposte del nostro paese per tutelare ambiente e imprese.
Saranno vietati quindi dal 2030 una parte dei formati di imballaggi in plastica monouso, come quelli per frutta e verdura, confezioni per alimenti e bevande riempiti e consumati in bar e ristoranti, porzioni individuali e prodotti da bagno monouso per gli alberghi.
STOP ALL’ESPORTAZIONE DI RIFIUTI FUORI DALL’UE
Stretta anche sull’export dei rifiuti fuori dall’Unione Europea tra i Paesi membri: il Parlamento Europeo ha approvato in via definitiva nuove misure di controllo per la spedizione dei rifiuti. Ogni anno 67 milioni di tonnellate di rifiuti circolano all’interno dell’Ue e nel 2022, secondo i dati, le esportazioni di rifiuti dell’UE verso paesi terzi hanno raggiunto i 32.1 milioni di tonnellate, circa il 16% del commercio mondiale di immondizia.
Saranno rese obbligatorie delle nuove procedure e un rafforzamento dei controlli sulle esportazioni di rifiuti dall’Ue, prendendo in considerazione l’origine, la destinazione e il percorso di trasporto, nonché il tipo di rifiuti e il trattamento che subiranno a destinazione, in altre parole la tracciabilità. La maggior parte dei rifiuti esportati al di fuori dell’UE, quasi il 55 %, è costituita da rottami di ferro e acciaio che vanno principalmente in Turchia, ma anche grandi quantità di rifiuti di carta principalmente in India.