Helmut Newton. Legacy. La fotografia, tra eleganza e provocazione sibillina, all’Ara Pacis

helmut newton legacy

La fotografia di Helmut Newton si è costantemente posta aldilà delle convenzioni. Ha da sempre inglobato una certa dose di anticonformismo, con un impulso voyeuristico capace di spingersi oltre la macchina da presa stessa. A rivelarcelo è la mostra Helmut Newton Legacy, al museo dell’Ara Pacis a Roma solo fino al 10 marzo 2024. Da non perdere.

 

Nell’ambiguità unita alla raffinatezza delle forme ritratte, Helmut Newton ha modellato la sua tecnica fotografica seducendo l’osservatore, spesso fino a disorientarlo. Lui stesso aveva affermato: Il mio lavoro come fotografo ritrattista è quello di sedurre. Ed è proprio nella sensualità che risiede la provocazione maliziosa degli scatti di Helmut Newton, la sua forza fotografica che gioca tra codici e generi diversi, passando dalla pubblicità alla storia dell’arte, fino a quella forte impronta da immaginario filmico debitrice di Francois Truffaut, Federico Fellini e Alfred Hitchcock. Lo riscopriamo all’Ara Pacis con la mostra Helmut Newton Legacy, dove siamo stati per offrirvi il nostro punto di vista sull’esposizione. Una delle mostre da non perdere per questo 2024.

 

LA FIGURA FEMMINILE NEGLI SCATTI DI HELMUT NEWTON

 

helmut newton legacy
©Foto di Ida Stamile

 

La figura femminile ha un ruolo centrale nella produzione di Helmut Newton. Una delle sue immagini più famose è quella che ritrae Elsa Peretti con un costume da coniglietta, sullo sfondo dei grattacieli di New York. Le protagoniste dei suoi scatti sono sensuali e gelide, monolitiche e aggressive, dominatrici e indipendenti. Si muovono nello spazio fotografico fino a invaderlo con la potenza del corpo. La medesima forza occupano i nudi, ostentati ma mai volgari, pregni di una forma di erotismo carico di eleganza.

È del 1971 il suo primo volume intitolato White Women, che contiene una serie di foto in cui il nudo diviene quasi lo specchio di una femminilità che si trasforma, andando di pari passo con  l’evoluzione della società stessa. Segue, nel 1978, Sleepless Nights, con una serie di immagini in cui la figura femminile vive di mistero, incastonata tra strade d’altri tempi e ville lussuose.

Del 1981 sono invece i Big Nudes, i celebri nudi a grandezza naturale ripresi in studio con una macchina di medio formato, ispirati ai manifesti dei ricercati della polizia tedesca negli anni Settanta.  Con questi scatti Helmut Newton fu accusato dalle femministe di sminuire il corpo della donna e di mercificarlo. Il suo intento era tutt’altro, di natura celebrativa, ma, in fondo, come dichiarò lui stesso:

Bisogna essere sempre all’altezza della propria cattiva reputazione.

Nonostante sia stato spesso accusato di misoginia, Newton è forse in realtà riuscito a scardinare certe convenzioni, a rompere certe trappole, a smantellare certa chiusura in favore di una libertà più ampia.

Molte sono state anche le donne famose che sono state ritratte da lui. Iconica, ad esempio è la fotografia di Charlotte Rampling con un calice in mano, scattata in una camera d’albergo nel 1973, nuda, di profilo e a tre quarti, seduta su un tavolo, oppure quelle di Catherine Deneuve, una delle muse preferite di Newton.

 

LA FOTOGRAFIA DI MODA

 

Helmut Newton. Legacy. La fotografia, tra eleganza e provocazione sibillina, all'Ara Pacis
© Foto di Ida Stamile

 

Helmut Newton ha lavorato con i brand più famosi al mondo, da Chanel a Versace, passando per Blumarine e Dolce & Gabbana. Le sue foto sono apparse su numerose riviste di moda, tra cui Vogue, Harper’s Bazaar, Elle, GQMarie Claire. Intense sono state infatti le sue collaborazioni con Karl Lagerfeld, Yves Saint Laurent e Thierry Mugler.

Assieme ad altre figure come Martin Munkácsi, William Klein e  Richard Avedon, ha rivoluzionato la fotografia di moda. Helmut Newton si allontana dagli studi fotografici per portare le sue modelle altrove, per strada, a bordo piscina, in contesti alto borghesi, in case private. Con lui le foto abbandonano completamente la visione puramente descrittiva per traslarsi altrove, per evocare. Le sue immagini celano altresì una velata osservazione della società, come nelle foto scattate a Parigi nel 1970 per la rivista americana Essence, dove si viene catapultati quasi all’interno di una ipotetica manifestazione spontanea.

Le fotografie di moda di Helmut Newton mescolano inoltre il quotidiano con un aspetto prettamente onirico, che ha la pasta dell’iconografia noir. Non sono statiche, ma raccontano sempre qualcosa. Hanno una loro narrativa intrinseca. Demoliscono la fissità dello studio di posa, nel loro essere irriverenti e provocatorie.

Emblematiche in questo senso sono le Naked and Dresses, del 1981, la cosiddetta versione Newton, dove vengono accostate le foto di moda a quelle in cui, finito lo shooting, Newton faceva posare le modelle, con la stessa posa e nel medesimo spazio.

Qui in un certo senso traspare anche un’altra tematica cara a Newton, quella del Doppelgänger, del doppio, che prenderà poi vita nella giustapposizione di manichini e modelle in carne e ossa, o nelle  nelle immagini raddoppiate.

 

HELMUT NEWTON: LEGACY

 

david bowie
© Foto di Ida Stamile

 

Un’ottima occasione per scoprire gli scatti più iconici di questo fotografo è la mostra Helmut Newton Legacy che si tiene al museo dell’Ara Pacis a Roma fino al 10 marzo 2024. Il percorso espositivo curato da Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation, e Denis Curti, direttore artistico de Le Stanze della Fotografia di Venezia, è un vero e proprio viaggio fotografico attraverso la sua arte.

È una mostra inoltre pensata per essere fruibile dal maggior numero di persone possibili. Si possono infatti scaricare anche online video in LIS, disegni tattili e audio descrizioni. Sono inoltre previste visite gratuite con interpreti LIS.

Visitando questa ampia retrospettiva, con 250 fotografie, 80 di queste inedite, si viene davvero catapultati all’interno dell’universo Helmut Newton, attraverso sei capitoli che ripercorrono la vita del fotografo.  Ci si immerge totalmente nel suo processo creativo a partire dagli esordi, negli anni Quaranta e Cinquanta, con i suoi primissimi autoritratti berlinesi, scattati nello studio della celebre fotografa Yva. L’itinerario poi prosegue perlustrando la sua produzione degli anni Sessanta, con, ad esempio,  la sua serie di Courrèges che creò per Queen nel 1964, scandagliando gli anni Settanta, gli Ottanta, fino ad arrivare ai Novanta e agli ultimi anni.

La mostra contiene tutte le sue immagini più famose, che abbiamo già citato nell’articolo, come i Big Nudes e Naked And Dressed. Sono inoltre presenti i numerosi scatti fatti alle figure più importanti della storia dell’arte, del cinema, della musica, della moda e della letteratura: da Catherine Deneuve, Mick Jagger, David Bowie, passando per Gianni Versace, Andy Warhol, Charlotte Rampling, Romy Schneider, Elizabeth Taylor, Arthur Miller, Monica Bellucci e Nastassja Kinski. Ci sono infine le fotografie che testimoniano il suo rapporto con l’Italia, come quelle nate dalla collaborazione con la rivista di moda  Linea Italiana e la serie Paparazzi, ambientata nella Capitale.

Non sono un artista, sono un fotografo

Diceva di sé Helmut Newton, ma sicuramente la sua fotografia, osservando la realtà in maniera tutt’altro che convenzionale, ha saputo precorrere i tempi, evocando visioni oniriche sempre molto vicine a pellicole vintage, lasciando l’osservatore a spiare quei gesti sussurrati e forti che probabilmente fino ad allora aveva solo immaginato e bramato nei suoi sogni più intimi.

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