Le nuove tecnologie influenzano positivamente i processi di ritrovamento di reperti storici. Ecco quali sono state le più importanti scoperte archeologiche del 2023.
Difficile essere immuni al fascino dell’antico e della storia, specialmente quando vivi in una città come Roma, affollata ogni giorno da centinaia di turisti, avidi di vedere frammenti di un qualcosa appartenuto ad epoche e mondi lontani. Ogni giorno nel mondo, nuovi ritrovamenti mettono insieme pezzi di storia riportando in vita popolazioni antichissime. Eppure, l’anno che ci siamo lasciati alle spalle sembra essere stato particolarmente fruttuoso da questo punto di vista. Le scoperte archeologiche del 2023 impressionano non solo gli addetti ai lavori; di seguito ne elenchiamo alcune tra quelle più interessanti.
LE SCOPERTE ARCHEOLOGICHE DEL 2023 RIPORTANO IN LUCE TESORI DELL’ANTICO EGITTO
Nel corso degli anni una delle popolazioni che ha dato più soddisfazioni in campo archeologico è sicuramente quella degli antichi egizi, reperti preziosi testimoni di una cultura criptica, che da sempre esercita un fascino misterioso non solo sugli archeologi. A maggio del 2023 nella necropoli di Saqqara, in Egitto, sono stati ritrovati dei laboratori di mummificazione appartenenti al periodo tolemaico, ma non è tutto. All’interno di una tomba risalente alla V o VI dinastia egizia, si trova nientemeno che la mummia più antica mai ritrovata. La mummia, scoperta dall’archeologo Zahi Hawass, apparterrebbe ad un uomo di nome Hekashepes e risalirebbe, sebbene non ve ne sia ancora la certezza, a 4.300 anni fa. Lo stesso Hawass, ripercorrendo le misteriose vie all’interno della celebre piramide di Cheope, si è accorto di un corridoio lungo 9 metri che potrebbe condurre alla tomba di un faraone.
LE SCOPERTE ARCHEOLOGICHE DEL 2023 IN ITALIA
Il nostro paese è culla di cultura, arte e secoli di storia, vediamo quali sono le scoperte archeologiche del 2023 avvenute in Italia.
Nel mese di febbraio, il sito di Pompei, precisamente nell’insula della regio IX, porta alla luce nuovi edifici tra cui una casa adibita a lavanderia, detta fullonica, e una adibita a forno. Nello stesso luogo viene ritrovato un affresco che vale la pena citare. Raffigura infatti, accanto a del vino, un vassoio contenente una focaccia fatta di frutta e spezie, che ricorderebbe vagamente un lontano parente della pizza.
Nel parco archeologico di Segesta riemerge invece la strada appartenuta ad un’antica città, che si spera possa condurre ad un’Acropoli.
A luglio Roma offre un ritrovamento speciale: stiamo parlando nientemeno che dei resti del Teatro di Nerone, descritto dalle antiche fonti di Tacito, Plinio e Svetonio. Si tratta del luogo dove l’imperatore si esibiva, venuto a galla grazie ad un’indagine operata della Sopraintendenza Speciale di Roma, condotta nel Palazzo della rovere in via dei cavalieri del santo sepolcro.
Non si fermano le novità in territorio italiano, ottobre ha riservato infatti la scoperta, in Campania, di una tomba a camera in ottimo stato, a tal punto che l’ingresso di pietra, in tufo, era ancora sigillato. Gli affreschi decorativi portano indietro nel tempo a 2000 anni fa: ci sono raffigurazioni di miti e rappresentazioni di animali. L’arredo, inviolato, è ricco e stupefacente.
TESORI SUL FONDO DEL MARE
Con il passare degli anni, i fenomeni terrestri e atmosferici, si può solamente immaginare la vastità di reperti che il mare sommerge, a volte ricomprendo intere città. Ad agosto le ricerche subacquee nei pressi di Pozzuoli, in Italia, hanno condotto un gruppo di archeologi alla scoperta dei resti di un tempio probabilmente appartenuto ai Nabatei, popolazione orientale che portava beni preziosi ai Romani, ben 2000 anni fa.
Più recente il relitto di una nave giapponese risalente al periodo della seconda guerra mondiale: è stato ritrovato sul fondo del Mar cinese meridionale da un gruppo di ricercatori provenienti dall’Australia. La Montevideo Maru trasportava a bordo marinai norvegesi e prigionieri di guerra australiani, per un totale di più di mille persone; in pochissimi sopravvissero, risalendo a galla.
Ancora, sul fondo delle acque nei pressi di El Alamein, in Egitto, è stata rinvenuta, a seguito di una missione archeologica, un’imbarcazione del III secolo a. C. Si trattava di un mercantile affondato probabilmente a causa dell’urto dello scafo fon un fondale troppo basso.
Ricerche indubbiamente più facili quelle condotte invece nel lago di Nemi, in Italia, che hanno portato a galla una testa in marmo che sembra essere una protome, elemento che serviva a decorare probabilmente tempi. La testa sembrerebbe appartenere all’epoca romana, tuttavia, essendo molto chiara, i ricercatori non danno ancora nulla per certo.
A febbraio viene ritrovata nell’Oceano Pacifico un’enorme pietra che tutti conosciamo come Isola di Pasqua, si tratta di una tra le più interessanti scoperte archeologiche del 2023. Precisamente a Rapa Nui, distante 3.200 chilometri dalla costa cilena, l’enorme testa, alta circa un metro e mezzo, si chiama moai.