Piazza Navona in antichità: com’era e com’è arrivata alla celebre Festa della Befana di Roma

Piazza Navona in antichità

Piazza Navona è per tutti i bambini la piazza della Befana. Ogni bimbo romano conserva con sé il caro ricordo delle bancarelle piene di giochi e del profumo di zucchero filato. In realtà, questo luogo magico della Capitale è soprattutto un sito artistico e archeologico di grande pregio, custode perfetto dei millenni di storia che l’hanno attraversato. Ecco com’era Piazza Navona in antichità e com’è cambiata, fino a diventare come la conosciamo oggi.

 

Com’era Piazza Navona in antichità, uno dei luoghi più belli e magici di Roma? Il mito della Befana che a cavallo della sua scopa consegna i dolcetti a chi si comporta bene e carbone al bambino dispettoso, si è diffuso a Roma nei primi anni dell’800. In quel periodo gli abitanti della città eterna si radunavano nella piazza di Sant’Eustachio per aspettare tra le stelle la vecchietta che ogni anno vola seguendo il suo amato Babbo Natale. La piazza era ornata di bancarelle piene di giochi e dolci, proprio come succede ancora oggi, poi, dalla metà del ‘900, la celebrazione della notte del 5 gennaio si è spostata a piazza Navona: questa è diventata il simbolo delle festività natalizie romane. La fontana dei Quattro Fiumi in quegli anni si illuminava a festa.

 

LE ORIGINI ROMANE DEL MITO DELL’EPIFANIA

 

Il mito dell’Epifania ha origine dai culti della Roma pagana. Oggi è l’unione di due tradizioni: la religione politeista del vecchio impero e il cristianesimo. Epifania vuol dire rivelazione ed è il festeggiamento della vittoria della luce sulle tenebre. Per gli antichi romani, al posto della nostra amata vecchietta, volava sui cieli la dea Diana. Dea delle coltivazioni, della caccia e delle fasi lunari, questa passava sopra i raccolti 12 giorni dopo il  Natale pagano, il suo arrivo portava l’aumento delle ore di luce su quelle della notte durante la giornata, quindi l’inizio della fine dell’inverno, periodo dell’anno in cui, a causa dei lunghi periodi di freddo, i raccolti scarseggiavano.

Poi con l’arrivo del cristianesimo la bella dea Diana viene spodestata dall’anziana figura biblica della vecchietta che segue i re Magi nel loro percorso verso la culla del neonato Gesù. La Befana rappresenta, con le sue rughe, le ore di buio che ormai stanno cedendo il passo al sole, proprio come Diana allontanava l’inverno, quindi la sofferenza, la fame, la carestia e portava invece la prosperità della primavera.

La Befana è una figura quindi positiva e negativa insieme: in alcune città esiste la tradizione di bruciare la povera vecchietta, di cui le ceneri che rimangono sono il carbone che viene dato ai bambini più dispettosi.

 

PIAZZA NAVONA NELL’ANTICHITA’: COM’E’ DIVENTATO IL LUOGO DELLA BEFANA

 

Piazza Navona in antichità
L’antico Stadio di Domiziano

 

Piazza Navona non è solo il luogo in cui si festeggia l’Epifania, ma tra i suoi sampietrini ci sono i segni delle numerose impronte della Storia sulla città eterna. La piazza prende il  nome dalle gare ginniche che si svolgevano al suo interno, in agonis, circolo agonalis. Successivamente, per la sua forma concava, come il profilo cavo di una nave e probabilmente per la ricostruzione delle battaglie navali che si mettevano in scena al suo interno, venne chiamata Navona.

Al tempo dell’impero romano troviamo qui uno dei tanti luoghi di ritrovo per lo svago del popolo: comunemente chiamato lo Stadio Domiziano, fu fatto costruire dall’imperatore, da cui prende il nome, nell’85 d.C.. Lo stadio rimase in funzione fino al V secolo poi fu distrutto a causa dell’incendio avvenuto durante Marco Opellio Macrino imperatore. Dopo l’incendio ci furono lavori di restauro fino al 217 d.C. e nel 228 d.C. sotto Alessandro Severo.

Le gare vennero messe in scena fino al IV secolo poi quella che oggi è piazza Navona venne usata, come successe con molte altre opere romane, come cava di materiali: l’imponente teatro Domiziano divenne fondazione per nuovi palazzi e chiese. La struttura era formata da blocchi di travertino e mattoni ed è oggi l’unica testimonianza di stadio in muratura arrivato dall’antica Roma fino a noi.

Numerosi scavi dal 1868 fino a quelli del 1949-50 furono fondamentali per ritrovare reperti archeologici; alcuni di questi sono oggi conservati nella piazza Navona sotterranea. Piazza Navona in antichità era riccamente decorata, una delle statue testimoni della sua grandezza durante la lunga epoca romana è quella di Pasquino che si trova adesso nell’omonima piazza posta molto vicina a quello che era il vecchio stadio Domiziano.

Anticamente l’antico teatro concavo veniva arginato in modo tale che l’acqua potesse riempirlo interamente: potevano così essere messe in scena, per la meraviglia del pubblico, ricostruzioni di vittoriose battaglie per mare. Dopo la fine dell’impero romano la piazza si ripopolò solamente nel XV secolo, divenendo sede del principale mercato rionale in città.

 

PIAZZA NAVONA IN ANTICHITA’ DURANTE L’EPOCA BAROCCA

 

Piazza Navona in antichità: com'era e com’è arrivata alla celebre Festa della Befana di Roma

 

Piazza Navona in antichità culla del Teatro Domiziano, oggi è tra le piazza più belle di Roma: essa rappresenta, più delle altre, la spettacolarità del barocco romano. Nel ‘600, infatti, questa venne rinnovata per volontà di papa Innocenzo X. Bernini nel 1651 costruì per commissione del pontefice la fontana dei Quattro Fiumi. Essa rappresenta  i più grandi corsi d’acqua dei quattro continenti: Nilo, Gange, Rio de la Plata e il Danubio.

L’opera dello scultore è simbolo del potere universale della Chiesa. E’ di Borromini invece il disegno della monumentale Basilica di Sant’Agnese in Agone contemporanea all’opera statuaria del suo rivale Bernini: una delle statue che compongono la Fontana, secondo una leggenda che vuole i due artisti rivali, sembra volersi ironicamente difendere dal possibile crollo della Basilica. E’, questa, in realtà solo una leggenda, una sorta di fake news dell’antichità. La facciata della Basilica, infatti, all’epoca dell’erezione della Fontana non era ancora stata conclusa.

Palazzo Pamphili è poi la casa della famiglia del papa Innocenzo X, anche questa struttura disegnata da Rinaldi contribuisce a trasformare la piazza in un meraviglioso museo d’arte barocca. Importante all’interno del palazzo la galleria di Borromini in cui sono disegnati gli affreschi di Pietro da Cortona. La volontà di Innocenzo e della corrente artistica barocca era quella di far vedere al mondo la grandezza della chiesa cattolica vincitrice sulla controriforma.

Il pontefice romano decise quindi di creare all’interno della piazza giochi d’acqua affinché questa si potesse nuovamente allagare proprio come si faceva durante le ricostruzioni di battaglie navali dell’epoca dell’impero romano. Nelle due estremità di piazza Navona sono inoltre collocate a sud la  fontana del Moro del 1654 creata da Ludovico Rossi di Fiesole, nell’altra estremità la fontana del Nettuno del 1574 di Giacomo della Porta.

Piazza Navona è una testimonianza fondamentale del patrimonio artistico e culturale della città eterna. La piazza della Befana: i mercatini, i giochi, i dolci non sono solo degli svaghi natalizi ma una delle pochissime tradizioni centenarie rimaste a Roma, manifestazione dell’importanza di Piazza Navona in antichità.

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