Gli studi economici sulla Gender Gap come strumento di comprensione del divario tra i generi

Gli studi economici sulla Gender Gap come strumento di comprensione del divario tra i generi

Il 5 settembre 1791, la scrittrice francese Olympe de Gouges pubblica La Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, il primo testo, su modello della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789, volto a invocare l’uguaglianza giuridica tra donne e uomini. Da allora a oggi, il cosiddetto Gender Gap, divario tra i generi, continua a essere un tema quanto mai attuale. Ecco perché risulta importante soffermarsi sugli studi economici sulla Gender Gap.

 

 

In tal senso sono stati realizzati negli anni gli studi economici sulla Gender Gap, utili a dare un quadro chiaro della situazione e, in qualche modo, divenuti strumenti importanti per provare a rendere la parità di genere una realtà sempre più concreta.

 

IL GLOBAL GENDER GAP REPORT

 

studi economici sulla Gender Gap

 

Tra gli studi economici sulla Gender Gap, spicca su tutti il Global Gender Gap Report, giunto nel 2023 alla sua 17esima edizione. Realizzato dal World Economic Forum esso è uno dei più importanti mezzi esistenti per effettuare una comparazione della parità di genere su scala mondiale.

Il Global Gender Gap Report è un test, svolto attraverso un’accurata analisi di 146 paesi nel Mondo, che delinea la direzione da intraprendere per far progredire l’uguaglianza di genere a livello globale.

Gli studi economici sulla Gender Gap si basano su quattro fattori: l’istruzione, la salute e le prospettive di vita, l’empowerment politico, la partecipazione e l’opportunità economica. Attraverso questo potente mezzo di analisi si stima che, andando avanti con questa velocità di progresso odierna, ci vorranno ben 151 per raggiungere la totale parità tra i generi. Nel 2154 dunque si dovrebbe conquistare l’uguaglianza.

Nella classifica 2023 tra le prime tre posizioni compaiono l’Islanda, la Norvegia e la Finlandia, mentre l’Italia retrocede dalla 63esima posizione del 2022 alla 79esima. Nel nostro Paese la rappresentanza delle donne in politica è nettamente peggiorata, scendendo dal 40esimo al 64esimo posto. Leggermente migliore è il ranking legato alla partecipazione e all’ opportunità economiche. Si passa infatti dal 110° posto al 104° e quello relativo alla salute e al benessere, dal 108° al 95°. Sul versante istruzione invece l’Italia passa dal 59esimo posto al 60esimo.

 

GLI STUDI ECONOMICI SULLA GENDER GAP:  UNI 125:2022

 

studi economici sulla gender gap

 

Gli studi economici sulla Gender Gap hanno reso evidente e chiara la situazione a livello globale. È proprio per promuovere e agevolare l’uguaglianza tra donne e uomini, che è nata la UNI 125:2022. Pubblicata il 16 marzo 2022, la Linea guida sul sistema di gestione per la parità di genere, attraverso precisi KPI, degli indicatori chiave di prestazione, contiene i parametri sul sistema di gestione per la gender equality nelle organizzazioni.

La UNI/PdR 125:2022 è un protocollo nato da un Tavolo di lavoro sulla certificazione di genere delle imprese previsto dal PNRR Missione 5, coordinata dal Dipartimento per le Pari Opportunità, Dipartimento per le politiche della famiglia, Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministero dello Sviluppo Economico e la Consigliera Nazionale di Parità. È disciplinata dalla Legge Gribaudo e dalla Legge di Bilancio 2022 e collegata alla Strategia Nazionale sulla Parità di Genere 2021-2025.

Attraverso questi studi, l’analisi di precise macro-aree, tra cui processi HR, opportunità di crescita, cultura e strategia, governance, work-life balance ed equità retributiva, la certificazione UNI/PdR 125:2022 resta uno strumento utile alle aziende per garantire un impegno reale sul fronte della parità di genere.

Essa può essere richiesta da qualunque tipo di impresa pubblica e privata, indipendentemente dalla sua forma giuridica e della dimensioni, a esclusione delle Partite IVA.

GLI STUDI ECONOMICI SULLA GENDER GAP E IL PREMIO NOBEL A CLAUDIA GOLDIN

 

Gli studi economici sulla Gender Gap come strumento di comprensione del divario tra i generi
Claudia Goldin

 

Un vero traguardo è sicuramente l’assegnazione del Nobel per l’economia 2023 a una delle massime studiose dell’argomento, Claudia Goldin. Nata a New York nel 1946 da una famiglia ebrea e Docente all’università di Harvard, la Goldin, terza donna nella storia ad aver ricevuto il Nobel, ha da sempre fatto ricerche in merito alle differenze di genere, al fine di dare quante più risposte esaustive ai dilemmi legati alle disparità nel mondo del lavoro.

Attraverso i suoi studi basati su un campione di dati che prende in esame un arco temporale di due secoli, ha analizzato la situazione occupazionale e retributiva delle donne negli Stati Uniti, scoprendo i fattori chiave delle differenze di genere nel mercato del lavoro. Ovviamente dalla sua analisi si evince come le donne siano ancora sotto rappresentate a livello lavorativo globale.

Lo studio, rappresentato graficamente con una curva a U, evidenzia come la partecipazione delle donne sia in calo nella transizione da una società agricola a una industriale all’inizio del Diciannovesimo secolo, per poi essere seguita da un incremento con l’espansione del settore dei servizi all’inizio del Ventesimo secolo.

Il Nobel le è stato conferito, come si legge nella motivazione dell’Accademia reale svedese, per aver fatto progredire la nostra comprensione dei risultati del mercato del lavoro femminile.

Gli studi economici sulla Gender Gap dimostrano in maniera palese che siamo ancora lontani da una completa parità di genere mondiale. Molto è stato fatto ma ancora tanto deve essere realizzato per raggiungere questo traguardo.

Basti pensare che in Islanda, tra l’altro il primo Paese nella classifica del Global Gender Gap Report, le donne, compresa la premier Katrín Jakobsdóttir, a quarantotto anni dall’ultimo sciopero del 1975, non stanno andando a lavoro, per protestare a favore della parità dei diritti e contro le violenze sessuali e di genere.

La nostra speranza è, in definitiva, che l’uguaglianza arrivi molto prima del 2154, continuando a lottare e a migliorare affinché la parità di genere non resti solo utopia.

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