Avrebbe compiuto oggi 92 anni. Il 3 novembre 1931 a Roma nasceva Monica Vitti, la quale ci ha lasciati il 2 febbraio di un anno fa, dopo una lunga assenza dalle scene a causa di una grave malattia degenerativa. Come vi abbiamo raccontato in precedenza, quest’anno il pubblico ha gioito e l’ha ricordata anche con l’attesissimo film Mi fanno male i capelli, proiettato alla Festa del Cinema di Roma. Averne memoria non è sicuramente la stessa cosa, non è come averla ancora fra noi, eppure ogni omaggio al suo grande talento e alla sua profonda personalità è dovuto e sentito.
E’ come se fosse ancora lì, cristallizzata nel tempo. Lei, con quella sua voce profondamente rauca, in grado di arrivare diritta al cuore di chiunque la ascolti e l’abbia ascoltata.
Lei, con il suo sguardo magnetico e quella passionalità quasi drammatica che hanno disegnato la Monica Vitti simbolo, la Monica Vitti icona indimenticabile.
Giancarlo Giannini, in un’intervista al Corriere della Sera rilasciata qualche tempo fa, ha emozionato tutti noi:
Aveva i tempi giusti che fanno scattare la risata, è matematica. Era straordinaria, la metto in quell’Olimpo speciale dove puoi trovare lei, la Magnani, la Loren, la mia Melato, la Sandrelli, da tutte ho imparato.
Va chiaramente ricordato che Giannini ha lavorato con Monica Vitti in alcune importanti pellicole, come Dramma della gelosia, di Ettore Scola e A mezzanotte va la ronda del piacere di Marcello Fondato, del 1975.
NASCEVA MONICA VITTI, ALL’ANAGRAFE MARIA LUISA CECIARELLI
Un nome scolpito nella pietra dell’immortalità, quello di Monica Vitti, ma non il suo vero nome: Maria Luisa Ceciarelli nasce a Roma il 3 novembre 1931. Si diploma presso l’importante Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’amico nel 1953 e non tarda a farsi notare, grazie ad alcuni ruoli di spessore come quello in Sei storie da ridere e Capricci di Marianna, rispettivamente del 1956 e del 1959.
Da quel momento, il suo impegno come attrice è in costante divenire: nel 1959 Monica Vitti approda sul grande schermo con Le dritte e, immediatamente dopo, arriva la svolta che probabilmente cambierà la sua vita e la sua arte: l’incontro con il regista Michelangelo Antonioni, suo maestro indiscusso.
Insieme a Monica Vitti, Antonioni gira quattro film fra il 1960 e il 1964: L’avventura, La notte, L’eclisse e Deserto Rosso. Quei meravigliosi anni Sessanta, che Monica vivrà pienamente, da attrice e da donna: con Antonioni, infatti, instaura una relazione sentimentale della durata di quattro anni.
Monica Vitti interpreta se stessa, come molti volti romani del grande schermo, o forse interpreta i suoi ruoli malgrado se stessa, con il supporto di se stessa, incorniciati da se stessa.
Dalla seconda metà degli anni ’60 passa infatti alla commedia, tirando fuori tutte le sue innate doti artistiche di comicità e la capacità di bucare il grande schermo con la sua estrema potenza recitativa. Non incarna più solo inquietudine e infelicità, ma strappa un sorriso che fatica a svanire, poiché provocato con stile.
Mario Monicelli la chiama nel 1968 ad interpretare La ragazza con la pistola. Nel 1969 la troviamo in Amore mio aiutami di Alberto Sordi: quel sorriso, quella leggerezza che oggi più che mai si rivela attuale, quasi necessaria in un periodo come quello che stiamo vivendo.
Nel 1970 in Dramma della gelosia e Tutti i particolari in cronaca di Ettore Scola.
NASCEVA MONICA VITTI, ICONA DEGLI ANNI ’70 E ‘80
Ciò che più sorprende e che più è degno di nota è il costante riconoscimento ufficiale nel corso della sua carriera artistica e cinematografica: nonostante abbia vinto già tre Nastri d’argento e cinque David di Donatello, mantiene vivo il suo amore per il teatro, salendo sul palcoscenico de La strana coppia di Franca Valeri nel 1986.
Ma la televisione non può mancare di chiamare a sé la grande che 92 anni fa nasceva, Monica Vitti. E così, nel 1978 recita accanto a Eduardo De Filippo. A distanza di tanti anni, il cinema italiano ha ed avrà sempre un debito nei confronti della personalità di questa grande attrice. Non si può dire certamente il contrario riguardo al cinema straniero.
Non serve aggiungere altro, se non citare alcune grandi pellicole girate nel corso degli anni ‘70: Modesty Blaise, la bellissima che uccide, La pacifista e Il fantasma della libertà. Diventata compagna di Roberto Russo, la Monica Vitti degli anni ’80 molla un po’ la presa e riduce le sue apparizioni sullo schermo.
GLI ANNI ’90 E LA MALATTIA
Il coronamento della sua incredibile carriera e del suo indiscusso talento arriva probabilmente nel 1990, quando vince il Globo d’Oro come regista e attrice per il suo film Scandalo Segreto. Come spesso accade nella fase matura di un grande talento, esce la sua autobiografia, nel 1993, dal titolo Sette sottane, due anni prima che le venga consegnato il Leone d’Oro al Festival del Cinema di Venezia.
Amata, apprezzata, chiamata a gran voce da registi italiani e stranieri, in grado di scaldare i cuori con il suo timbro di voce basso e profondo e il suo sguardo pieno di verità e autenticità.
Forse sono queste le cose che i suoi grandi e importanti compagni di vita hanno amato di lei: Michelangelo Antonioni primo, il direttore della fotografia Carlo Di Palma poi, sino ad arrivare al regista, sceneggiatore e fotografo Roberto Russo che ha sposato nell’anno 2000.
Poi, all’improvviso, il nulla. Monica Vitti scompare dalla vita pubblica e dagli schermi per moltissimo tempo: tutti si chiedono che fine abbia fatto, tutti ne sentono la mancanza. Alcuni ipotizzano la sua malattia e un conseguente ricovero presso una clinica svizzera.
ROBERTO RUSSO. L’AMORE FINO ALLA FINE
E’ a questo punto che, alla fine del 2020, Roberto Russo rilascia un’intervista e smentisce le voci sul suo ricovero, con queste toccanti parole:
Ci conosciamo da 47 anni, nel 2000 ci siamo sposati in Campidoglio. Prima della malattia, le ultime uscite sono state alla prima di Notre Dame de Paris e per il compleanno di Sordi. Ora, da quasi 20 anni, le sto accanto e voglio smentire che Monica si trovi in una clinica svizzera, come si diceva. Lei è sempre stata qui, a casa a Roma con una badante e con me. E’ la mia presenza che fa la differenza, per il dialogo che riesco a stabilire con i suoi occhi. Non è vero che Monica viva isolata, fuori dalla realtà.
La dichiarazione arriva in concomitanza dell’ottantanovesimo compleanno di Monica Vitti, che festeggia il giorno successivo alla triste scomparsa del grande Gigi Proietti, con il quale ha recitato nel film La Tosca nel 1973, indimenticabile adattamento dell’omonimo dramma di Victorien Sardou, proposto in chiave ironica e saggiamente grottesca, in una cornice musicale di spessore ideata da Armando Trovajoli.
Monica, buon compleanno, ovunque tu sia. La tua arte, la dignità della tua anima e la tua grandezza come artista sono e saranno sempre d’ispirazione per chi intraprende la carriera della recitazione.