Personaggi storici dimenticati e vite nascoste: Rimbaud e Barbanera

Personaggi storici dimenticati e vite nascoste: Rimbaud e Barbanera

La storia la scrive chi vince. A volte, il vincitore o il protagonista è solamente il simbolo di un qualcosa che è accaduto anche e soprattutto grazie a qualcun altro. Qualcuno che, per un motivo o per un altro, non ha avuto lo spazio che meritava. Eroi, buoni, cattivi, coraggiosi, bizzarri, spesso consegnati al mito e alla leggenda. Personaggi storici, sì, ma dimenticati.

 

Chi da bimbo sopra uno scivolo non ha brandito un secco ramoscello urlando di essere lo spaventoso pirata Barbanera? Quanti ragazzi, tra i banchi del liceo, sentendo parlare della magia simbolica dei poeti dell’ ‘800, per un attimo non si sono sentiti come lo stravagante poeta Arthur Rimbaud? Spesso alcuni personaggi storici vengono dimenticati e diventano mito, perdendo completamente il loro carattere storico. I pirati sono favole contemporanee, sogni ad occhi aperti per i bambini che guardando il mare, fissano l’orizzonte alla ricerca della costa opposta. E’ stata veramente una vita di vagabondaggi quella del poeta simbolista? Quanto c’è di vero nella storia del furfante più furbo dei sette mari? Eccoli qui, i più grandi personaggi storici dimenticati.

 

PERSONAGGI STORICI DIMENTICATI: JEAN NICOLAS ARTHUR RIMBAUD

 

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Rimbaud nasce a Charleville il 20 ottobre 1854. E’ uno dei principali poeti del Simbolismo. Ha contribuito, insieme a grandi artisti come Baudelaire, alla transizione verso la lirica moderna. Il verso libero amato da Montale e la poesia in prosa di Pavese hanno origini in parte da un piccolo comune a 13 chilometri da Parigi.

Il padre, combattente per la milizia del re,abbandona la famiglia quando Rimbaud era molto piccolo. La madre, che si firmava vedova Rimbaud, si trasferisce con i suoi quattro figli in un quartiere popolare sempre nello stesso comune. L’insegnamento dell’unico genitore è stato molto severo; puntava ad un’eccellente istruzione per i suoi bambini, con la speranza che un giorno si potessero elevare socialmente. I bimbi non potevano assolutamente giocare per strada con i figli della povera gente che abitava il quartiere.

Erano costretti ad avere una media scolastica sempre alta. Nel 1869 Raimbaud riesce a frequentare il  rispettabile collegio di Charleville e si distingue per la sua bravura. dice di lui il preside del collegio: in questa sua testa non gemina niente di ordinario. Diventerà il genio del male o del bene. George Izambard, il suo professore di retorica di pochi anni più grande, diventa il suo primo mentore. Sarà lui a presentargli artisti del calibro di Hugo e i Parnassiani. Raimbaud scopre un nuovo gusto poetico estraneo e poco considerato dall’insegnamento scolastico.

Ne rimane affascinato e influenzato poeticamente. Il 19 luglio del 1870 si arruola volontario per la guerra dell’imperatore Napoleone III contro la Prussia. Mentre si diffondevano componimenti fortemente retorici a favore della grande Francia, il giovane poeta scrive in un suo sonetto composto in quegli anni:  Morts de Quatre-vingt-douze et de Quatre-vingt-treize, dove dice: noi, curvi sotto i re come sotto un randello. A Parigi verrà arrestato dalla polizia e accusato di vagabondaggio.

Izambard riesce a pagargli la cauzione e a dargli un lavoro nella redazione del suo giornale: le libéral du Nord. Caduto Napoleone III, Rimbaud viene allontanato dalla capitale dal suo caro amico per le sue velleità rivoluzionarie, in contrasto con la moderata posizione politica del suo professore di retorica. Da qui comincia una vita completamente allo sbaraglio per il poeta. La sua volontà è quella di essere un poeta veggente: capace di dialogare con l’insieme di percezioni che compongono la nostra esistenza.

Mira ad entrare con tutti i sensi dentro la natura, cerca di perdersi per ricevere l’illuminazione: la sua volontà è quella di arrivare ad una verità intuitiva. Per questo scopo era necessario ampliare i suoi sensi: assunse vari tipi di droga e soprattutto  l’allucinogeno più famoso per gli artisti di quel tempo, l’assenzio. Uno dei punti di svolta nella vita del poeta è l’incontro con un altro artista simbolista, Verlaine. Dal lui Rimbaud prese ispirazione per le sue opere future.

Verlaine gli apre la porta dei caffè parigini dove le doti del poeta vengono subito prese molto in considerazione. Tra i due artisti nasce un’intensa relazione d’amore che non viene nascosta al pubblico, nonostante il primo fosse sposato e in attesa di un figlio. Scappano insieme verso il Belgio. Da qui inizia, seguendo passo dopo passo gli schemi di un romanzo rosa, un vero e proprio tira e molla tra i due: Rimbaud  viaggia lontano e poi  ritorna dall’amante, Verlaine  si ammala per la lontananza del giovane poeta.

Nello stesso tempo l’artista parigino combatte con se stesso nel dubbio di ritornare a casa dalla moglie e, in realtà,dalla madre, elemento meno tipico nelle storie d’amore.  Il punto di svolta è 1873 quando il racconto assume tratti del romanzo nero: Verlaine decide di ritornare dalla moglie lasciando Raimbaud da solo e soprattutto senza un soldo. I  due si incontrarono a Bruxelles dove Verlaine stava dalla sempre presente madre. Il litigio tra i due diventa violento e il poeta parigino prende la pistola e ferisce Rimbaud al polso poi lo accompagna alla stazione dei treni supplicandolo di rimanere con lui. Prende di nuovo la pistola, Raimbaud scappa e  fa arrestare l’amante recidivo.

Verlaine soprattuo a causa della sua omosessualità viene condannato per due anni, ma alla fine sconta solo 18 mesi. Rimbaud, dopo l’esperienza amorosa traumatica, vive sempre più un’esistenza solitaria e dolorosa. Come si può leggere dai suoi scritti è convinto di vivere nell’inferno, l’unico modo per uscirne è seguire il mito del buon selvaggio di Russeau: tentare di vivere un’ esistenza primitiva lontana dalla modernità e dal cristianesimo.

Quello che fa soprattutto è ripudiare la sua ricerca simbolica, la sua stessa poesia. Da lì comincia un incessante viaggiare. Da Stoccarda si dirige in parte anche a piedi fino a Siena, da lì viene trasferito a Marsiglia a causa di un malore.  Ricomincia subito i suoi viaggi  alla ricerca di qualcos’altro per cui vivere, per cui scrivere. Ripudia la Francia.

Scende fino a Roma poi fino ad Alessandria. Lavora come scaricatore di porto, in una cava di pietre. In  Sudan si occupa del commercio del caffè, scende fino alla Somalia. Come recita la canzone di Vecchioni fu anche trafficante d’armi. Si ammala, c’è chi dice di sifilide. Per non sentire dolore viveva stordito dalla morfina. A 37 anni, costretto a tornare in Francia, si libera del tanto odiato inferno. Era il 10 novembre 1891. Non lo abbiamo approfondito abbastanza, non lo abbiamo apprezzato abbastanza, lo abbiamo incluso fra quei personaggi storici dimenticati.

 

PERSONAGGI STORICI DIMENTICATI: BARBANERA

 

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Edward Drummond è il vero nome del famigerato pirata. Nasce a Dublino nel 1680 nella città di Bristol, nel sud ovest di quello che allora era l’impero britannico. Fu corsaro per la marina inglese fin quando, conclusasi la guerra contro la Spagna, vivendo solamente di vele e cannoni, diventa pirata. Nel 1715, ormai chiamato da tutti Edward Teach, si trasferisce nell’isola libera di Nassau, nei Caraibi. Nassau, città dei pirati, porto sicuro per i fuorilegge,  si trova in un luogo strategico dove era facile intercettare le grandi navi mercantili spagnole e inglesi.

Il leader della repubblica è un altro celebre pirata rimasto nella storia, Benjamin Hornigold, allora l’uomo più temibile di Nassau. La città dei pirati veniva vista dai coevi con uno sguardo di terrore; non solo perché era abitata da ex corsari rimasti dopo la guerra senza lavoro e da gente che, senza nulla da perdere, si prestava alla vita piratesca, ma sopra ogni cosa, Nassau era uno dei pochissimi luoghi nell’occidente in cui vigevano principi quasi democratici.

Il capitano della ciurma come l’amministratore della città erano uomini come tutti, votati dai marinai che quindi potevano anche destituirli . Molte navi che venivano attaccate dai pirati erano navi di schiavi, considerati la merce più preziosa che viaggiava in mare. Non tutti gli uomini deportati dall’Africa venivano poi rivenduti, alcuni diventavano pirati al pari del capitano. Concetto all’epoca assolutamente rivoluzionario.

Torniamo a Barbanera, che nell’isola ancora tutti chiamano Teach. Si distingue subito per le sue capacità, entra a far parte della ciurma di Hornigold fin quando si appropria della sua prima nave, la celebre Queen Annes’s revenge, la nave più potente delle Bahamas. Questa gli viene ceduta da Hornigold dopo che, grazie al suo contributo, erano riusciti con coraggio a impadronirsene. Da qui nasce la mitica storia di Barbanera.

Il pirata diventa l’uomo più temuto e feroce dei sette mari. Riesce a possedere una flotta di 320 pirati. Incontrollabile, implacabile,furbo e estremamente violento. Secondo quanto ci riportano gli storici sembra che si ammalò di sifilide; una malattia che si trasmette principalmente tramite rapporti sessuali. Si dice abbia avuto 14 mogli, una per ogni porto in cui solitamente attraccava. la malattia porta al deterioramento dei tessuti molli, una lunga morte per cui non c’era cura.

Si credeva che il mercurio fosse capace di alleviare e rallentare i sintomi, ma quello che causò nella mente del pirata fu una vera e propria crisi di identità. Si fece chiamare da tutti Barbanera. Nella sua folta barba poneva micce di zolfo che prendevano fuoco durante i combattimenti e aveva appese al petto 6 pistole. Dafoe lo definisce: una furia dell’inferno.

Barbanera è uno dei pochi pirati che si salva da Nassau dopo l’attacco di Woods Rogers, un abile capitano della marina inglese che poi diventa governatore della Carolina. Teach riesce a farsi nominare protettore della città indipendente di Bath che  oggi si trova nello stato del Maine,  lì intratteneva con il suo governato Charles Eden proficui scambi commerciali. La fine del pirata avviene nell’isola di Ocracoke, un suo rifugio nella Carolina del nord;  stanco di avere una flotta così grande con cui dividersi i bottini, rimane con soli 40 uomini. Maynard, un coraggioso luogotenente inglese riesce ad intercettarlo nell’isola.

Dopo aver perso lo scontro a fuoco si rifugia sotto il ponte della nave con soli 12 uomini rimasti. Barbanera, pensando di aver vinto, sale sulla nave e subisce un imboscata. Maynard torna a casa con appesa sulla sua imbarcazione in bella vista la testa del pirata che per qualche anno era riuscito, con la sua ciurma, a sfidare due imperi. I contorni di questo controverso personaggio si perdono fra mito e leggenda, consegnando la sua storia a quella dei personaggi storici dimenticati.

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