L’epidemia di Covid, che ormai da anni è diventata un problema su scala mondiale, ha ridefinito le urgenze, le paure e gli stili di vita a livello globale. Ha inoltre posto numerosi interrogativi sulla possibilità di pandemie future. Secondo la scienza è solo questione di tempo: ne arriveranno delle altre. Se pensiamo che esistono circa 1,7 milioni di virus in mammiferi e uccelli, che potrebbero fare il salto di specie passando dall’animale all’uomo, è normale allora ipotizzare l’avvento di pandemie future. Ecco perché è necessario essere preparati.
In questi casi si sa, i vaccini sono gli strumenti più potenti di cura, ma per trovare quelli validi a curare possibili pandemie future è necessario puntare prima di tutto sulla ricerca, sull’analisi e sulla scoperta dei virus, delle cause e degli effetti degli stessi sull’uomo.
L’obiettivo dei governi e degli scienziati è dunque quello di cercare il più possibile di analizzare e monitorare, al fine di prevenire nuove ondate di pandemie future.
ACCORDO GLOBALE SULLE PANDEMIE FUTURE
In vista di nuovi possibili scenari, i governi e le istituzioni hanno ben compreso che il rischio di eventuali pandemie future non si può certo gestire affrontandolo singolarmente. Serve la cooperazione di tutti per combattere le prossime emergenze sanitarie insieme e più uniti. Alla luce di questo si è pensato a un accordo globale sulle pandemie.
I 194 paesi dell’OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità, stanno dunque collaborando alla realizzazione di un nuovo strumento globale volto alla prevenzione, alla protezione della comunità e al monitoraggio continuo. Questo accordo sarà una sorta di convenzione, giuridicamente vincolante ai sensi del diritto internazionale, nel quale si delineeranno gli obiettivi e i principi fondamentali per gestire al meglio le pandemie future. Sarà uno strumento per definire insieme le dinamiche di individuazione, allarme e risposta, nonché per coordinare al meglio le situazioni di pericolo attraverso la collaborazione attiva di tutti i paesi membri dell’OMS.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha inoltre lanciato la guida PRET, la nuova iniziativa di Preparazione e resilienza delle minacce emergenti, la quale si basa sulla pianificazione integrata per fornire risposte e indicazioni sugli agenti patogeni legati alle malattie respiratorie come influenza e coronavirus.
PRENDERSI CURA DEL NOSTRO PIANETA PER PREVENIRE LE PANDEMIE FUTURE
Una delle possibilità per prevenire le pandemie future è sicuramente quella di avere cura del nostro Pianeta. Se, come abbiamo affermato all’inizio, esistono 1,7 milioni di virus e 850mila di essi potrebbero avere la capacità di infettare l’uomo, è assolutamente necessario guardare anche al nostro ecosistema.
Il rispetto e la protezione delle biodiversità, evitare il commercio di animali selvatici e la deforestazione, attuare uno sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, potrebbero aiutarci a scansare pandemie future.
Se si riducesse al minino la contiguità tra fauna selvatica ed esseri umani, tutelando i loro habitat naturali, forse avremo qualche possibilità in più.
SPILLOVER: LA PIATTAFORMA OPEN SOURCE
Per analizzare a fondo i rischi delle pandemie future e provare a difenderci dalle stesse, è nata anche una piattaforma open source e interattiva chiamata Spillover. Il nome nasce da un fenomeno poco conosciuto definito appunto spillover virale, ovvero il salto di specie che si è verificato durante altre pandemie e che ha avuto un ruolo predominante nella nascita e diffusione di malattie come ad esempio l’Ebola, la MERS, L’AIDS, la SARS.
L’applicazione è stata realizzata da un gruppo di ricercatori dell’UC Davis, l’ Università della California di stanza a Davis, città situata nella contea di Yolo, coordinato dall’ecologa Zoë Grange e dall’epidemiologa Jonna Mazet, con l’obiettivo fornire uno strumento utile agli scienziati di tutto il mondo per delineare il grado di pericolosità dei virus e valutare i rischi di possibili pandemie future. È poi diventata una piattaforma accessibile a tutti.
Usando i dati di oltre 500.000 campioni prelevati da più di 74.000 animali in varie parti del mondo, il team è riuscito a stabilire il rischio potenziale di spillover di 887 virus animali. Parte dei dati analizzati era stato inserito nel progetto sulle pandemie emergenti Predict dall’ateneo californiano dal 2009 al 2020.
L’APP CHE CLASSIFICHERA’ LE PANDEMIE FUTURE
L’app praticamente classifica le probabilità, il grado di velocità di evoluzione di un virus, la pericolosità e contagiosità sull’uomo. In poche parole il team di ricercatori ha attuato un’analisi di 32 fattori, tra cui la tipologia del virus, la specie che l’ha ospitato e la zona in cui è stato rilevato, per fare una sorta di classifica di rischio di spillover. Il punteggio assegnato rappresenta il potenziale di spillover del virus.
All’interno di questa piattaforma interattiva online potete dunque consultare la lista usando un filtro ad esempio per la tipologia di virus: ce ne sono 25 di diversi ceppi familiari, dall’Ebola al Coronavirus, per area geografica o per animali-serbatoi.
Come affrontare dunque il rischio di pandemie future? Con la prevenzione, l’analisi, il monitoraggio e le indagini sul campo al fine di delimitare le fondamenta per possibili cure, investendo nella comunicazione del rischio, tutelando il pianeta, cooperando e adoperando strategie di coinvolgimento della comunità. Nel frattempo è necessario, infine, edificare un concreto clima di fiducia e di non eccessivo allarmismo anche durante i periodi esenti da crisi pandemiche.