Posti segreti a Roma: il Ludus Magnus. All’ombra del Colosseo

ludus magnus

C’è un luogo a Roma, sconosciuto ai più; nascosto, penserete voi, come molti di quei segreti che la capitale custodisce al riparo da sguardi indiscreti, ma invece… alla portata di tutti. Questo luogo è alla luce del sole, ben visibile agli occhi di romani e visitatori di tutto il mondo, e si trova all’ombra del Colosseo, nel cuore pulsante della Roma antica, sulla Via Labicana, crocevia di turismo e movida. E’ il Ludus Magnus.

Parliamo di quelle rovine che si trovano una manciata di metri sotto il livello del manto stradale romano, e che vennero battezzate con il nome di Ludus Magnus. Ma cos’era, questo Ludus Magnus? E come mai ancora oggi se ne parla, forse, troppo poco?

 

ROMA NASCOSTA: IL LUDUS MAGNUS, UN LUOGO UNICO AL MONDO

 

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Ebbene, questo interessante sito archeologico altro non era che una vera e propria palestra per i gladiatori. Esatto, una palestra. Un luogo di addestramento e di allenamento deputato, come suo fratello maggiore, l’Anfiteatro Flavio, ad accogliere i celebri combattenti dell’antica Roma, che qui si addestravano e si allenavano per gli spettacoli che, di lì a poco, avrebbero dovuto sostenere.

Ludus Magnus e Colosseo erano – e sono – due luoghi da sempre uniti in un reciproco legame. Una connessione intesa non solamente dal punto di vista metaforico, ma anche strutturale.

Le due arene, infatti, erano tra di loro collegate da un passaggio sotterraneo, che potete immaginare esattamente come un tunnel degli stadi di oggi, quello che gli atleti percorrono in profondità, sotto le tribune gremite, per poi emergere in superficie abbagliati dai riflettori e dalle urla della folla.

Il Ludus Magnus come detto era, in estrema sintesi, la palestra dei gladiatori. Tuttavia la similitudine, per quanto affascinante ed immediata, non è del tutto calzante, ed il termine più adeguato da dover utilizzare è probabilmente quello di caserma.

Certamente questo termine da immediatamente un taglio più militare al luogo in questione, ma proprio per questo ne restituisce al meglio la funzione. Non va infatti dimenticato che i gladiatori erano in maggioranza schiavi, prigionieri di guerra o condannati, selezionati allo scopo di divertire le folle romane, ed il Ludus Magnus rappresentava quindi la loro casa.

 

LA STRUTTURA E LA SUA STORIA MILLENARIA

 

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Ma come era strutturato questo luogo? Ebbene, dovete immaginare il Ludus Magnus come un Colosseo in miniatura. Il centro della struttura era occupato dall’arena, di forma elissoidale, sui cui lati si distribuivano le gradinate di una piccola cavea, destinate ad un numero limitato di spettatori, tra i 1200 e i 3000.

L’arena, realizzata come copia in scala ridotta di quella del Colosseo, è ancora oggi in parte visibile, affacciandosi dalle Via Labicana e Via S. Giovanni in Laterano, eppure, nonostante questo, questo luogo non sembra godere dell’attenzione che meriterebbe.

A tal proposito, la risposta che giunge più immediata è che il Ludus Magnus, per nascita, venga già al mondo in una posizione secondaria, di spalla, di supporto. Non può, per sua natura, fare a meno di essere sempre correlato al fratello maggiore, in quanto concepito proprio in sua funzione. Eppure, se è vero e naturale che il Colosseo debba attirare su di se tutta l’attenzione, è altrettanto vero che una parte di quella visibilità andrebbe riflessa maggiormente anche sul fratello minore il quale, anche se in maniera ridotta e meno maestosa, è parte integrante di quella storia antica e di quei Giochi – Ludi  che hanno reso famosa Roma in tutto il mondo.

Per questo, se doveste capitare Roma, e di passaggio vi trovaste nei pressi del Colosseo, percorrete ancora qualche decina di metri sulla Via Labicana e fermatevi, per qualche istante, ad ammirare i resti dell’arena ancora parzialmente visibile, immaginando che, proprio lì, i gladiatori si preparavano, armati del loro coraggio più che delle loro armature, ad andare incontro ad un destino loro ignoto, attraversando, nel buio, quel tunnel sotterraneo, dal quale sarebbero riemersi bagnati dalla luce delle folle.

 

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