Non è l’uomo che si impone nella storia, se in esso non si annidano e generano quei valori condivisi con le esigenze ed i sentimenti di altri. Va ricordato anche e soprattutto nell’anniversario della nascita di Giuseppe Garibaldi, avvenuta il 4 luglio di 216 anni fa.
Nell’anniversario della nascita di Giuseppe Garibaldi ci chiediamo se i grandi della storia agiscano solo per essere ricordati per le proprie gesta o se, fregandosene della vita, della morte, e delle regole costituite, danno libero sfogo ai propri voleri.
LA NASCITA DI GIUSEPPE GARIBALDI E LA NASCITA DEI DOVERI MORALI
Parliamo di: una filosofia di vita o un richiamo alla propria coscienza? Al dovere del proprio io? All’obbligo morale chiamato a difendere i più deboli? Chiamato a battersi per far prevalere quei principi e regole che noi riteniamo di giusta sostituzione a quelle vigenti?
Il fascino del bandito, del conquistatore, che nella fase iniziale irrompe come fuorilegge – fin tanto che la stessa legge non muta in conseguenza delle azioni adoperate in campo – si trasforma in rivoluzionario, in statista di lunghe vedute.
LA STORIA LA SCRIVE CHI VINCE
Preso atto che la storia è scritta da chi vince ed i morti vengono troppo spesso non rappresentati come uomini ma soltanto numericamente come cose, la rivoluzione ed il cambiamento ottenuto con il sangue non deve diventare il lascia passare per essere ricordato come salvatore o grande della storia.
Garibaldi ha saputo ottenere l’unità nazionale attraverso quei valori condivisi che hanno conseguentemente visto l’esigenza di un’unificazione territoriale del paese Italia.
L’ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI GIUSEPPE GARIBALDI PER GARIBALDINI E NON
A volte, come oggi, in occasione dell’anniversario della nascita di Giuseppe Garibaldi, siamo definiti Garibaldini quando non siamo compresi ma riteniamo di essere nel giusto e ci battiamo con sentimento per far valere le nostre ragioni e i nostri valori.
L’essere definito Garibaldino è un modo per esprimere il coraggio di battersi per valori e regole non riconosciute, ma che al termine della nostra battaglia, perché sincera e corretta, hanno serie possibilità di ottenere il giusto riconoscimento.
A Garibaldi rispondiamo: PRESENTE!
