L’Infinito di Michelangelo Pistoletto, al Chiostro del Bramante

michelangelo pistoletto

Dopo il caos mediatico – a dire il vero, piuttosto ipocrita e mal incanalato – generato dall’incendio appiccato alla Venere degli Stracci di Pistoletto esposta a Napoli, volgiamo il nostro sguardo verso la mostra in corso già da parecchio a Roma, al Chiostro del Bramante, dedicata al celebre ed eclettico artista piemontese.

Novant’anni anagrafici contro un’eterna giovinezza d’interiorità ed energia, quelli di Michelangelo Pistoletto; con la sua Infinity ci ricorda quanto sia importante rigenerarsi costantemente e saper guardare oltre il finito, oltre l’infinito, oltre i tempi che cambiano. L’ha affermato lui stesso: “Nella diversità io mi sono moltiplicato”, asserendo anche alla capacità di cambiare prospettiva e ridisegnare nuove forme. La mostra che porta a Roma Michelangelo Pistoletto è curata da Danilo Eccher e allestita al Chiostro del Bramante. Sessant’anni di arte povera e di sguardi sempre nuovi ci accompagnano nella Capitale fino al 15 ottobre. E’, senza dubbio, il punto d’arrivo dell’eterogenea ascesa di uno dei più importanti artisti italiani dell’ultimo secolo.

Un artista per veri intenditori, così come lo è questo percorso espositivo, somigliante più a un percorso di ricerca interiore che ad una mostra vera e propria. Sembrano lontani i giorni delle precedenti Love, Enjoy, Dream, veri e propri fenomeni sociali Made in Chiostro del Bramante, capaci di muovere le masse. A noi, comunque, piace così: l’arte della concettualità, della riflessione, l’arte dell’arte. Quella grazie alla quale Michelangelo Pistoletto, già impresso sui libri di storia, è ancora capace di raccontare qualcosa.

 

INFINITY COME CAMMINO INTERIORE DI MICHELANGELO PISTOLETTO

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Scorcio del Chiostro del Bramante, Roma – installazione iniziale della mostra dedicata a Pistoletto.

Il rapporto con se stessi, con gli altri e con l’Universo sono tutti temi che Michelangelo Pistoletto aveva già affrontato molti anni fa e in maniera estremamente attuale. Sono gli stessi temi che Eccher ha riassemblato al Bramante per accendere più chiaramente i riflettori sulla lunga carriera di quest’artista visionario.

Per l’esattezza, sono cinquanta le opere esposte, oltre a quattro grandi installazioni site-specificLa mostra è strutturata come una grande raccolta dedicata alla sua vita di artista, ripercorsa decennio dopo decennio in maniera puntuale.

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Orchestra di Stracci – Michelangelo Pistoletto

Ci tuffiamo negli Anni ’60 di Pistoletto con i Quadri specchiantiMetrocubo di Infinito, la Venere degli StracciOrchestra di stracci Labirinto, camminando poi negli Anni ‘70 con L’Etrusco e le Porte Segno Arte, assieme ad Autoritratto di Stelle. Passo dopo passo arriviamo negli Anni ‘90 con i Libri, fino ai più recenti Duemila con i Quadri specchiantiper concludere con i progetti di Love DifferenceMar Mediterraneo, Neon e Terzo Paradiso. Pochi artisti possono vantare, ad oggi, di aver attraversato quasi un secolo di storia e di averlo potuto rappresentare con occhi sempre nuovi.

 

MICHELANGELO PISTOLETTO: L’ARTISTA

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Porte Segno Arte – Michelangelo Pistoletto

Protagonista assoluto dell’Arte Povera, Pistoletto sperimenta il successo dapprima con i suoi Quadri specchianti del 1961-62, i quali introducono nell’opera la partecipazione fisica dello spettatore. Le creazioni scultoree che ne seguono si affiancano alle realizzazioni primarie che si estenderanno fino alla realizzazione, negli Anni ‘90, di Cittadellarte ‒ Fondazione Pistoletto e dell’Università delle Idee.

Un contributo geniale e di forte impegno sociale, mediante il quale tenta di creare connessioni fra l’arte e l’umanità con l’intento di accompagnarla in una trasformazione ragionevole. Nell’ottica di una convivenza profonda, perfetta e sostenibile, nel 2003 dà alla luce il simbolo del Terzo Paradiso, che riproduce la trasformazione evolutiva in cui l’intelletto umano coesiste con l’ingegno della natura. Su questa scia, nel 2012 promuove la giornata universale della rinascita, il Rebirth-day. Nel 2022 pubblica il libro La formula della creazione, in cui esplicita il percorso e la trasformazione della sua arte e delle sue teorie.

L'Infinito di Michelangelo Pistoletto, al Chiostro del Bramante

Labirinto – Michelangelo Pistoletto

Un artista-filosofo, sarebbe quasi il caso di dire. Un artista che utilizza l’estro artistico come veicolo di un messaggio universale. Entrando – non più metaforicamente ma concretamente –, nelle sue opere, si diventa promotori e comproprietari di una concezione del mondo.

I SIMBOLISMI DELLA MOSTRA DEDICATA A MICHELANGELO PISTOLETTO

L'Infinito di Michelangelo Pistoletto, al Chiostro del Bramante

Love Difference–Mar Mediterraneo. Michelangelo Pistoletto

Il lavoro più iconico fra quelli presenti è probabilmente la celebre Venere degli stracci, simbolo dell’Arte Povera, a cui Pistoletto ha dato la vita nel 1967 servendosi di una copia in cemento della Venere di Bertel Thorvaldsen. Entrando nella sala dov’è esposta l’opera, fra le prime del percorso, si ha sùbito l’impressione di un effetto contrasto: quello fra la bellezza classica della dea posta di schiena e l’ammasso di stracci davanti a lei. Il caos e la critica al consumismo sono gli elementi in assoluto più evidenti. La matassa di stracci rimanda all’eccessività, all’esuberanza di avere, che sta per soffocare la purezza e la bellezza, ciò per cui vale la pena vivere.

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Love Difference–Mar Mediterraneo. Michelangelo Pistoletto

Le opere degli anni più recenti gridano a voce alta la voglia di unione, di superamento della diversità anche nelle differenze. Mar Mediterraneo è un gigantesco tavolo specchiato e sagomato, circondato da una moltitudine di sedie tutte diverse, ognuna simboleggiante un paese che si affaccia sul Mar Mediterraneo. In quest’ultima opera del percorso espositivo spicca il graffito su parete “Love Difference”, in pieno stile Eccher e Chiostro. Un incoraggiamento a creare legami, in un’epoca in cui l’individualismo e le divisioni fanno da padroni; uno stimolo ad amare le diversità, che non ci allontanano, bensì ci accomunano, poiché rendono speciale ogni essere vivente. Uno spunto per una consapevole crescita evolutiva.

PERCHE’ L’INFINITO?

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Terzo Paradiso – Michelangelo Pistoletto

Il simbolo dell’infinito compare frequentemente all’interno del percorso, in più forme. Prima fra tutti, la coloratissima e mastodontica installazione posta al centro del cortile del Chiostro, a forma di doppia spirale. Un infinito che abbraccia tutto e tutti, l’Universo intero dell’umano e del pensiero. Una spinta cinetica che, attraverso le accezioni “Io, Tu, Noi” care a Michelangelo Pistoletto, ci esorta ad espanderci e abbracciare le moltitudini, entrando nei cammini fatti di cambiamenti. Il percorso diventa quindi la materializzazione di una prova iniziatica, traducibile come viaggio che conduce verso se stessi.

Ma ora basta svelare troppi particolari di questa mostra: l’invito è quello di andare a visitarla, perdendo la cognizione dello spazio tempo in una nuova visione del mondo e della propria immagine riflessa. Come si legge in una delle sale, difatti, “Il labirinto è un percorso che conduce sempre a qualcosa”.

 

@Testo e foto di Michela Ludovici

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